di Isabella di Soragna
Un giorno in autostrada, distrattamente rimugino su persone e vicende da risolvere: sto per sorpassare un grosso camion e osservo l’immensa insegna che copre la parte sinistra del mezzo. L’iscrizione è: MIRAGE. ECCO LA RISPOSTA!
Quest’osservazione in apparenza banale, mi ha fatto capire che sia il Buddha sia il Cristo, i quali sono rimasti in meditazione per giorni e giorni in eremi o nel deserto, hanno dovuto subire le ”tentazioni di Mara(maya) e di Satana(dualità)” che facevano loro credere ad una falsa libertà e al miraggio che invece erano. Solo “vedendo” chiaramente questo, hanno potuto essere davvero liberi, oltre la libertà, oltre la “misura” da cui tutto sembra dipendere.
Allora mi chiedo: da dove nasce una “misura”? Da un punto, da un INIZIO. Questo punto, da cui si può iniziare a misurare, è deciso da un “concetto” di spazio e di durata. Se il punto è assente, ma solo un’imposizione momentanea della mente, anche il resto è relativo a quella immaginazione e quindi non è reale. Se si PARTE DALLO ZERO, (che è “assenza di”) anche le cifre che da esso derivano, sono necessariamente inventate.