di Isabella di Soragna
Si parla tanto di medicina ufficiale e di medicina alternativa: quest’ultima per molti è relegata alla cura di piccoli sintomi cronici. Vi è una terza via che cura il fondo del problema del paziente e che riunisce psicanalisi e medicina alternativa e che dà risultati sorprendenti se utilizzata con spirito di profondo coinvolgimento e attenzione a tutti i parametri del caso. Già molti medici, sottraendosi al dictat di case farmaceutiche e di medicina “nucleare” o cosiddetta all’avanguardia – utile per il reparto chirurgia all’ultimo stadio ed incidenti gravi – hanno cercato attraverso il sintomo di arrivare al problema di fondo dell’individuo di cui l’esperienza somatica è solo l’apice dell’iceberg. Avendo conosciuto sia il dottor Hamer – (il cui cancro si era sviluppato in seguito alla sua non accettazione della morte del figlio assassinato… sarebbe interessante divulgare qualcosa di lui anche se è stato messo all’indice più di un eretico, per cui ha avuto più processi delle streghe per le sue teorie! …anche se notoriamente è un po’ paranoico) – che il metodo, posso dire che le sue ricerche hanno un grande valore in vista di una trasformazione della coscienza veramente “globale” e non solo teorica. Nel mio libro “I non guru, del non culto del non metodo” accennavo all’omeopatia “unicista” (non quella pluralista e di “conforto” che non cura) in cui non si guarda al sintomo come qualcosa da eliminare, ma si prende il sintomo o la situazione come segnale rosso da “vedere” per arrivare infine alla “sensazione primaria” che corrisponde al rimedio, ”personale” che cura la polmonite come l’aids, non come malattie generali, ma in quanto manifestazioni fisiche personali di un malessere profondo interiore e allo stesso tempo simile a quello di milioni di individui. Il malato però deve vedere il proprio conflitto a volte molto profondo e accettare la trasformazione anche lenta. Non ci sono malattie ma solo malati, ognuno diverso, ognuno col suo potenziale, l’inquinamento o il cibo essendo marginali – che sono sempre specchi del nostro consumismo generale, anche se lo detestiamo è sempre un riflesso. Vi sono fumatori che non hanno mai il cancro al polmone ed altri che non hanno mai fumato, diranno che .. è il fumo passivo che li uccide, perché non riescono a vedere il vero problema: in genere una tristezza profonda e distruttiva. La trasformazione può avvenire sia… continua la lettura su riflessioni.it