(ovvero il Big Bang ma … prima ?)
In un vicolo di un paesino francese : “Qui il 17 aprile 1891 non è successo assolutamente NULLA”
Ormai è arcinoto, (detto in termini semplici!) dagli studi di complesse (e costose) organizzazioni internazionali, basate sulla fisica quantistica che ricercano l’origine dell’universo, che ci fu …all’inizio dei tempi, una formidabile esplosione che determinò il proliferarsi di materia e corpi celesti. In sostanza è detto che dal Vuoto si è ‘’materializzato’’ il cosmo intero. Pur non essendo né io né tanti ricercatori, degli esperti di fisica e matematica, la questione rimane: come e con cosa poteva esplodere dal vuoto – assenza totale di materia – un mondo materiale, tangibile e durevole? Senza addentrarci nei calcoli matematici, quantistici di tanti scienziati noti, vediamo di verificare in sintesi quanto è stato decifrato o vagamente compreso sul soggetto.
(anche al mercato la scritta : ” qui si vende solo vento” )
Nel loro libro sul ’’Prima del Big Bang’’ i fratelli Bogdanov spiegavano. cifre e formule alla mano, quanto sia difficile e anche indefinibile l’origine dell’universo. Si domandavano cos’è quest’energia invisibile nascosta nell’infinitamente piccolo, chiamato ‘’energia del punto zero’’.
La fisica quantistica afferma che prima del Big Bang, vi era un misterioso “Istante Zero” che fu… l’inizio dell’universo. Ma come estrarre materia e energia da un VUOTO? Allora, c’è mai stato un inizio e un successivo inizio del tempo? Si può fare questo esempio:
Come può un DVD o un USB contenere una quantità enorme di libri, di film ecc.? È un tempo immaginario, poiché se tengo in mano il piccolo DVD, contengo TUTTA la storia senza passato o avvenire, ossia tengo in mano allo stesso tempo l’inizio e la fine del film, senza distinzioni tra passato e avvenire: tutti gli istanti in un solo istante, tenuto nella mia mano.
Inoltre l’infinito sta nello zero, come un punto infinitamente piccolo che contiene però l’immensità: la parola zero viene dall’arabo ‘zifr’ che significa vuoto e…infinito (che poi in latino divenne l’inizio delle cifre) Ma…come possono nascere delle cifre, dei numeri o etichette perché si possano considerare degli oggetti separati da ‘’enumerare’’, quando sono in realtà solo apparizioni di un’unità sottogiacente? Che valore possono avere se nascono da un vuoto senza origine? Certo, anche matematicamente lo Zero contiene tutto l’infinito …intero.
Il neonato vede tutta quest’unità senza confini, poi ‘’impara’’ da genitori ed educatori a diversificare…e il mistico vede sempre sé stesso negli altri e nelle cose, ne vede l’unità sottogiacente, anche se poi deve fare i conti! per adattarsi al mondo …materiale.
Einstein diceva: -Il tempo è ciò che impedisce agli eventi dell’universo di prodursi in un solo istante. –
Lo scrittore, scienziato e mistico Michael Talbot, descrive bene nel suo libro ’’Mysticism & new physics” sia il processo cognitivo dell’uomo, sia la realtà sottogiacente universalmente nota ai mistici di tutti i tempi. Questo spiega anche il fenomeno di chiaroveggenza (anche se diventa arma di potere!) e di quelli che sono etichettati come ‘’schizofrenici’’ perché hanno una visione sempre globale del mondo.
Fisici e scienziati confermano che se prendessimo un microscopio ultra potente che allarghi la dimensione in modo …inverosimile, potremmo dimostrare che viviamo in un super-ologramma, un mondo di simulacri: una foglia, una montagna o una stella sono solo configurazioni microscopiche, turbolente di onde/particelle. Ecco dimostrata una strana…maya… ondulazioni nel nulla! Non c’è un mondo là fuori: nella nuova fisica, la coscienza è solo un meccanismo del sistema neuronale del cervello che crea …un sogno!!
Talbot scrive: – Quando dormiamo, la natura (che lui nomina) ‘’omnigettiva’’ del sogno è ovvia. Esempio: sogno che sono per colazione a tavola con amici e parlo con loro, poi mi sveglio e mi rendo conto che io e i miei amici fanno parte del mio mondo onirico. Non posso dire che vi sono ‘’tante coscienze’’ in quel sogno: tutti insieme sono …maya, costruzioni della coscienza. Similmente nel nostro mondo abituale, crediamo di essere separati dal mondo circostante, mentre invece l’osservatore e la realtà oggettiva sono una sola cosa – come spiegano bene i Tantra indiani e lo scienziato A.N. Whitehead il quale lo esprime così: –
-La natura concepita dalla nostra presenza cosciente, contiene in sé il verde delle piante, il canto degli uccelli, il calore del sole, la solidità del legno e il vellutato di una stoffa. Ciò che genera questa presenza cosciente è un sistema di molecole e elettroni ecc., un’interazione nel cervello, che tocca un sistema interno e produce questa apparente percezione della natura: il punto di riunione è…la mente. –
Non osserviamo paesaggi e natura e persone, perché non c’è un universo fisico (là fuori), ma partecipiamo, chiudendo in un mondo costruito da parole, infinite realtà. Esistenza e non-esistenza sono concetti che appartengono al regno della nascita e della morte, anch’esse parte del sogno.
Sono stai fatti esperimenti in cui un individuo, allontanato totalmente dal mondo fisico esterno, senza alcun stimolo o sensazioni possibili, crea il proprio mondo, con paesaggi, colori, suoni e profumi. Il mondo che percepiamo quindi è fatto da schemi neuronali che si accendono nella testa!! –
Ricordo un detto famoso del XIV Dalai Lama. –
Risvegliarsi è dapprima sapere che si dormiva.
Risvegliarsi è prendere coscienza
Che tutto ciò che percepiamo è un’illusione creata dai nostri sensi
E che la sola realtà è la Vacuità. –
Materia, spazio-tempo e vuoto sono un’unica realtà.
Tutto questo conferma la similitudine col sogno notturno. E anche se sono attenta, posso constatare che un evento che avviene tanti anni ‘’dopo’’’, ha determinato le mie azioni, molti anni prima, in più giovane età. Oggi ho incontrato un personaggio, dopo lunghe peregrinazioni per cercare …qualcos’altro, ma è quell’incontro – ora – che ha determinato le peregrinazioni precedenti. Un effetto che anticipa…una causa!! Si potrebbero raccontare molti esempi anche storici di questa “retrocausalità”. Questo spiega non solo la chiaroveggenza, i Nostradamus o simili, ma anche l’astrologia che dimostra efficacemente come il tema astrologico, basato su un momento preciso di ’’tempo’’ alla nascita, contenga già tutto l’iter della vita della persona, come …già accaduto. Questo conferma che le nostre cosiddette decisioni proprie, libero arbitrio o simili, sono irreali.
Per accennare di nuovo all’inesistenza dello spazio-tempo, questo è in continua unità con gli oggetti: lo spazio non è un nulla informe, ma ciò che circonda gli oggetti e non esiste senza di quelli (che siano galassie o soprammobili). Spazio e oggetti sono quindi un’unità. Gli oggetti poi per esistere devono durare, ma senza oggetti, il tempo non può sussistere. Tempo e oggetti sono quindi interdipendenti.
Spazio-tempo si rivelano un’unità.
Si conclude quindi che spazio-tempo-oggetti sono un unico insieme, dipendenti e inseparabili e quindi l’irrealtà dell’uno significa l’irrealtà degli altri. Avendo visto che lo spazio-tempo è illusorio, anche gli oggetti che ne fanno parte lo sono. L’antica dottrina Madhyamika ci conferma che “tutto è vuoto” ed è così per molte altre filosofie, essendo il nostro pensiero naturalmente “successivo” lineare e non istantaneo, mentre il mondo reale è simultaneo. Ricordiamo che le ’’cose’’, etichettate con nomi e simboli, sono prodotte dal pensiero e non entità realmente distinte, ma fanno credere a un immaginario stato reale e indipendente che è lì ad aspettare di essere percepito!! La Natura è simultanea e ha il marchio dell’eterno, invece la successione degli eventi è condizionata dalla memoria, poiché senza di quella non avremmo idea del tempo che è passato, né del futuro.
In effetti non possiamo percepire effettivamente eventi passati (siamo coscienti solo di memorie) e possiamo solo immaginare, aspettarci quelli futuri. Passato e futuro sono quindi solo immagini nel presente.
E la memoria? Esiste solo adesso, nel presente. Ecco come si manifesta l’irrealtà dello spazio-tempo. Si conclude che essendo il momento presente il solo reale, esso è …l’ETERNITÀ-qui ora-sempre.
Non si potrà mai trovare l’origine dello spazio-tempo, né prima né dopo il Big Bang e quindi l’origine dell’universo è…. che NON è MAI esistito in realtà.
Ormai si sa anche che le percezioni sono imparate dall’infanzia, nominate e memorizzate e queste memorie si riaffacciano in mille modi – apparentemente diversi – durante la vita. Avviene un costante gioco di risonanze, non un susseguirsi di eventi veri. Anche gli scienziati creano il loro mondo e trovano elementi che nominano e ricordano, ossia la coscienza trova ciò che sa di trovare, un attimo prima. Il cervello cerca sempre di trovare una stabile uniformità. Vediamo ciò che crediamo vero. Crediamo di decidere tutto, invece è già nel programma-ologramma. Abbiamo forse deciso in che istante essere concepiti, quando nascere, o di avere un incidente?
Alcuni bambini, pastorelli poveri, a Fatima videro la…Vergine Maria, descrivendola, mentre altri no, poiché non esisteva nel loro tonal (apparato psicofisico-ego). Tutto – diceva don Juan a Castaneda – appare nel nostro ‘’tonal’’, ma tutte le realtà coesistono davvero solo nel Nagual (Coscienza pura); non c’è mondo là fuori, solo una descrizione: sia Aurobindo che don Juan di Castaneda concordano, pur a distanze e tempi assolutamente differenti.
Ecco il mito dell’Uroburo, il serpente che si morde la coda (non lo conoscevo affatto, ma lo vidi e lo…vissi! in un sogno-visione che feci da giovane, direi…terrificante per l’energia che emanava).
(Uroburo)
Qui si raggiunge il paradosso Zen: l’identità di forma e vuoto. Potrei citare Huang Po:- Il tempo senza inizio e il momento presente sono la stessa cosa.- I maestri zen confermano che l’Ultima Realtà è nel cuore dell’esistenza presente.- E Jalalu’d Rumi :- Un vero Sufi (islam esoterico) lo chiamano ‘’figlio del Momento”.-
Viviamo forse in una televisione cosmica?!
Da un’Upanishad :
– Quando un uomo va a dormire, porta con sé il tessuto di questo mondo che tutto contiene; lui stesso lo mette da parte, lui stesso lo costruisce dal nulla e sogna attraverso la propria chiarezza e luce. Allora questa persona è illuminata: là non ci sono né carri, né buoi, né strada, ma estrae da sé stesso, carri, buoi e strada… non vi è là né gioia né delizie, ma estrae da sé stesso, gioie e delizie. Non vi sono là né cisterne, né lago con fiori di loto, né correnti. Ma estrae da sé stesso, cisterne, laghi con fiori di loto e correnti, poiché egli è il creatore.
Scrive ancora M.Talbot (Mysticism & new physics) :- Un numero crescente di neurofisiologi studiano le funzioni superiori del cervello paragonandole ai sistemi nervosi ottici che producono una forma di bioluminescenza. Questa luce all’interno del cervello è forse la sorgente dell’illuminazione di cui parlano le Upanishad.
Lo scienziato Keith Floyd spiega il testo antico (tradotto in termini scientifici): – L’illuminazione di cui parla l’Upanishad è quando si accende ‘’una luce nel cervello ‘’– ossia una bioluminescenza nella zona neurale dietro i nervi ottici – che agisce come una placca olografica. Infatti le ghiandole endocrine, la pineale(soprattutto), la pituitaria, l’ipotalamo, formano un campo neuronale, ossia quello che si associa poi al fenomeno che chiamiamo ‘’coscienza’’. La ghiandola pineale è composta da un tessuto sensibile alla luce, come la retina dell’occhio e questo avvalora l’idea che là siano costruite le percezioni e ricostituite le memorie (ecco perché l’oriente parla di terzo occhio! e di illuminazione !!).
Qui però si solleva un problema appassionante: se la pineale ha davvero un ruolo così importante, la sua ablazione dovrebbe causare una totale interruzione per la percezione e le memorie. Non è il caso, perché esperimenti di ablazione fatti sui ratti, sposta solo il loro ‘’orologio biologico’’(si è visto che anche un cattivo funzionamento può farlo, posso confermarlo). Conclude, suggerendo che la placca olografica che si credeva un organo è invece una funzione di una zona del cervello, piuttosto che un organo. La pineale occupa un punto mediano nel cuore del campo di energia neuronale. Da lì sorge la luce che è sentita come piano di coscienza sul quale immagini/oggetti, trasformandosi, rappresentano una realtà (apparentemente) ”esterna”.-
Ecco allora chiara la similitudine: si accende una luce che allude anche al ”risveglio totale” dall’immaginaria separazione, ma è già prima una funzione in atto, se in uno stato sano.
La visione “olografica” scientifica, della coscienza e dell’universo, è quanto di più vicino al misticismo stesso, senza che questo alteri la loro identità.
Vedere una Madonna apparire in un prato, camminare sui carboni ardenti o il cosiddetto nutrimento con dei simboli nelle meditazioni Vajrayana buddiste (anche senza crederci!) significa che si tratta di alimentare il bio-computer e mostra il potere delle religioni. La religione è un “meta-programma” o un insieme di simboli che permette al bio-computer di comunicare con i livelli inferiori del sistema nervoso che controlla l’apparizione della cosiddetta realtà.
Sono stati fatti molti esperimenti nella fisica quantistica che dimostrano bene la cosiddetta “non-località”: Bohm (notissimo fisico) afferma che nel quadro subatomico ogni somiglianza a un luogo preciso si spezza e le particelle registrano quanto accade ad altre, non perché inviano segnali, ma perché la separazione è un’illusione e esse fanno parte della stessa fondamentale unità cosmica. Bohm riesce però anche a dimostrare che se dividiamo l’universo in elettroni, fotoni ecc. commettiamo solo un’astrazione, che esiste solo nelle nostre menti!
La fisica inoltre ci dimostra che il mondo non ci “arriva” direttamente, ma vi è una descrizione che ci separa e quando crediamo di analizzare un fenomeno, in realtà analizziamo dei concetti, ecco perché usiamo il linguaggio.
Stan Grof (fondatore della psicologia transpersonale) afferma che se si verificano onestamente i risultati delle ricerche, sia della fisica quantistica, della coscienza, della neurofisiologia, dell’antica filosofia orientale, dello sciamanesimo e dei fenomeni paranormali, si arriva per forza alla conclusione che la coscienza può modificare i fenomeni nel mondo materiale. Ci stiamo avvicinando a un’enorme trasmutazione.
Per concludere, non si tratta qui di spiritualità, esoterismo o di astrarsi dal concreto quotidiano, di elevarsi o di sprofondare invece come molti temono, nell’oscuro nulla (credendo che esiste un io-coscienza – concettuale – da salvare!), ma al contrario “vedere concretamente” che quanto sperimentiamo dalla nascita è un’interpretazione del nostro sistema e che questa ’’coscienza’’- elaborata solo da ondulazioni di vacuità-dal nostro sistema neuronale-è apparente e non reale.
Per tornare all’inizio del tema proposto, ora si può comprendere che dalla vacuità è stato possibile creare un mondo tangibile, si…ma con la sola differenza che si è rivelato falso.
E con che cosa è tenuto insieme gelosamente e di continuo? Dalla cordicella trasparente, ma solida dell’ego a cui sono attaccate le memorie che lo tengono saldo. Si tratta dunque di tagliare la cordicella!!! E tutte le memorie faranno sì la loro apparizione, ma non si attaccheranno più come cemento a un fantomatico burattino. Ecco perché oggigiorno impera lo sfrenato consumismo: ci si aggrappa a una fune che in realtà non è mai esistita.
Questo concorda totalmente ed è “verificabile concretamente”, con quanto l’Advaita e il Buddismo affermano da secoli: il mondo, l’umanità e le sue vicende sono solo apparizioni di un miraggio costante.
L’uomo assetato nel deserto vede acqua in lontananza, si avvicina e vede che è …solo sabbia!
Qui il 25.2.1627 non è mai successo nulla
(due lapidi su un muro, in Svizzera)