(E DAL SISTEMA NEURONALE)
Gli scienziati odierni, (gli antichi saggi lo esprimevano già in modo simile) affermano e hanno dimostrato che il mondo che ci appare come esterno, è…irreale! Il saggio ci spiega che siamo identificati ad un corpo-mente-coscienza che tuttavia, indagando seriamente, si rivelano concetti, oggettivazioni di scariche neuronali nel cervello, creando una sorta di film in vistavision e ci fanno credere che c’è un IO e un TU …a decidere, quando invece questo è già “accaduto” nel film del proiettore del sistema nervoso centrale. Non siamo solo identificati, crediamo seriamente di percepire un corpo che è solo un pacco di vibrazioni di atomi …praticamente vuoto. Godiamocelo, ma non prendiamolo sul serio. Un po’ come i bambini che inventano spontaneamente giochi in cui ’’fanno finta ‘’ di essere a scuola, essere il maestro o lo scolaro o altrove, creando storie divertenti.
Cosa sono realmente un IO e un TU? Solo pronomi della grammatica incollati a una figura proiettata. Allora ci saranno innumerevoli IO e TU attorno a noi che percepiamo, quindi…altri pronomi all’infinito. Ma chi son questi ALTRI? Solo concetti di una grammatica insegnata che prendiamo per reali e naturalmente…là fuori!
-Ma com’è possibile? – si dirà. Invece oggigiorno i neuro-scienziati lo confermano in pieno: siamo noi ad inventare un mondo apparentemente esterno. È un processo simile a quello dell’ipnotizzatore (che possiamo esserlo anche…noi stessi!) il quale ci fa “credere” con convinzione assoluta a questo o a quello, mentre siamo invece certi di esercitare la nostra volontà.
Il saggio Robert Adams nei suoi dialoghi con gli studenti raccontava che un suo zio lo portò un giorno, da ragazzino, ad una serata di ipnosi. Alcune persone del pubblico, compreso suo zio, si prestarono all’esperimento. Tornato al suo posto nel pubblico, lo zio iniziò ad agitarsi, con la certezza che un ragno velenoso lo avesse morsicato dietro il collo, nonostante le proteste del nipote che non vi vedeva nulla. Alla fine l’ipnotizzatore batté le mani e lo zio si calmò. Quale fu la sorpresa di tutti che dietro al collo dello zio, molto visibile, vi era una morsicatura rossa e tipica di un ragno velenoso. Un altro esempio potrei darlo, ricordando un’amica e compagna di scuola, molto allegra e con buoni risultati scolastici, con la quale avevo un’ottima relazione e anche con la sua famiglia. Anni dopo seppi che l’avevano messa in una clinica con la diagnosi di schizofrenia. Riuscii a ricontattarla quando la fecero uscire. Sembrava drogata. Mi raccontò che era stata nel porto di Genova e che dalla banchina del porto aveva visto partire una nave.
-In quella nave – mi disse tranquilla – c’ero anch’io. –
Un altro esempio me lo raccontò un noto psichiatra brasiliano (che gestiva una clinica), l’episodio di un ragazzo venuto da lui per la prima volta con la madre e diagnosticato come schizofrenico. Il ragazzo non volle sedersi perché secondo lui il dottore aveva un registratore e lui non voleva essere registrato. Il dottore meravigliato, gli affermò mostrando gli oggetti sul tavolo e attorno, che non vi era nessun registratore in funzione. Poi si ricordò che lì vicino, in un cassetto chiuso, aveva lasciato il suo registratore spento! Da quel momento ebbe un’altra visione di quel tipo di ’’malati’’! e che il ragazzo diagnosticato come schizofrenico … era un chiaroveggente. Nei due esempi qui, si vede che la visione era …totale e non circoscritta a qualche metro di distanza e alla vista quotidiana e normale.
Posso confermarlo personalmente con episodi simili.
Mi pare la prova che questo mostri e confermi che vi sono vari modi personali di percepire il mondo, creati da diversi sistemi nervosi, memorie ecc. quindi… “personali” e per lo più evidentemente falsi.
Nelle persone dichiarate “autistiche”, il soggetto ha una visione interna più autentica di quanto sembra circondarlo, che però non osa manifestare, e cerca di adattarsi ai dictat della famiglia e dell’ambiente, ma non sempre ci riesce e per questo mostra un atteggiamento strano, fino al mutismo o a una pronuncia incoerente. Vedono il ‘’loro mondo’’, ma non osano manifestarlo. Noi invece ci siamo adattati in pieno.
Per non parlare di chi ha grossi problemi percettivi, sensoriali ed espressivi.
Noi crediamo di essere i soli a vedere realmente un mondo là fuori che però corrisponde al nostro sistema neuronale e ‘’imparato-inculcato’’, fin dai primi balbettii.
Se questo è diverso e non funziona in modo simile al nostro, non significa che ci sia effettivamente un mondo ”là fuori” se altri, con altre strutture, lo vedono diverso. Semplicemente perché è elaborato da una mente diversa. LÂ FUORI= QUI DENTRO.
Se un selvaggio africano o di un altro paese fuori dalla civiltà moderna, non avesse mai visto un’automobile che cosa avrebbe visto ’’davvero’’’?? lo stesso dicasi per un neonato che non ha mai visto un animale o semplicemente che non si è mai visto…allo specchio. Che reazioni ha? Vede ’’qualcos’altro’’ e non sa chi o cos’è, al massimo per lui è un altro bambino. In seguito ha dovuto imparare il ‘’nome’’, un concetto, utile per comunicare in seguito, e tanti nomi, (mentre prima era in un mondo interno e indiviso) ma poi ci aggiunge memorie, emozioni, ecc. e lo solidifica: l’interno è scivolato nell’(apparente)esterno. Il ‘’nome’’ NON è l’oggetto.
In conclusione se i cinque sensi e il nostro apparato nervoso ci proiettano un film sullo schermo che ci appare esterno, è ormai evidente che sia quello che vediamo sia quello che incontriamo nella nostra vita, è già contenuto nel nostro ologramma di nascita e quando crediamo di decidere, non fosse che di alzare un braccio, questo è già preparato nel nostro sistema percettivo e quindi un IO che decide, un IO che prepara, produce ecc. è solo una finzione.
Del resto i neuro-scienziati che hanno indagato fino in fondo, hanno scoperto che l’origine di tutto questo è il…vuoto quantistico che viene eliminato al 99% e quello che rimane e ci ‘’appare’’ è quanto siamo capaci di percepire-interpretare. Non molto direi.
La prova ulteriore è che, avendo per decine di anni studiato i temi astrali delle persone, ho potuto constatare che tutto è già visibile al momento della nascita (il concepimento, potendolo individuare, potrebbe darci un altro suggerimento), ma analizzando il momento possibile del concepimento, attraverso lo stato psichico dei genitori e soprattutto gli eventi della gravidanza, il quadro è GIÀ decifrabile, grazie al gioco delle energie del momento, senza i dettagli esteriori, naturalmente.
Non è questione affatto di chiaroveggenza di un futuro probabile, c’è solo un …attimo in cui tutto è già accaduto. Come direbbe un maestro zen, anche il presente è già passato = 0
Cosa rimane?
UNA FINZIONE, UN MIRAGGIO O UN’IPNOSI.