Traduzione di un antico testo Egizio:
” Finalmente ho raggiunto il mio traguardo e risolto il segreto della mia anima: Io sono quello a cui rivolgevo le preghiere, quello a cui chiedevo aiuto.
Sono quello che ho cercato.
Sono la stessa vetta della mia MONTAGNA.
Guardo la creazione come una pagina del mio stesso libro.
Sono infatti l’unico che produce i molti, della stessa sostanza che prendo da me.
Poiché tutto è me, non vi sono due, la creazione è me stesso, dappertutto.
Quello che concedo a me stesso, lo prendo da me stesso e lo do a me stesso, l’Unico, poiché sono il Padre ed il Figlio.
Quanto a quello che voglio, non vedo altro che i miei desideri, che sgorgano da me.
Sono infatti il conoscitore, il conosciuto, il soggetto, il governante ed il trono.
Tre in uno è quello che sono e l’inferno è solo un argine che ho messo al mio stesso fiume, allorché sognavo durante un incubo.
Sognai che non ero il solo unico e così io stesso fui preso dal dubbio, che fece il suo corso, finché non mi svegliai.
Trovai così che io avevo scherzato con me stesso.
Ora che sono sveglio, riprendo di sicuro il mio trono e governo il mio regno che è me stesso, il signore per l’eternità. “
Siamo in ‘’periodo pasquale’’ e si cerca di ritrovare i contenuti e valori antichi.
Il significato della Pasqua è comprendere che tutti i fenomeni hanno origine da te.
ll Mito del Cristo che risorge è uno dei tanti simbolismi o Percorsi Iniziatici, per cercare di risvegliarti alla tua Vera Natura e farti comprendere chi Sei vera-mente.
Appaiono in molte civiltà antiche e scomparse, la crocifissione e i tre giorni nella morte e…poi resurrezione. Gli Atlanti lo praticavano negli esercizi spirituali (yoga) nelle loro piramidi che si trovano in vari paesi, poi gli Aztechi-Maya, inoltre in Oriente (India e altri) infine gli Esseni con i quali visse e si formò Gesù. È comprensibile che lo praticassero anche gli antichi Egizi nelle piramidi che poi furono considerate (per i… turisti) “tombe dei faraoni”.
Dalla morte, rinascita …e RISVEGLIO!!
Il simbolo della Trinità appare anche qui: ’’Tre in uno….’’
Come potevano civiltà così distanti nello spazio e nel tempo, arrivare a queste scoperte? L’unica risposta è che “tutto è già qui-ora”, dato che lo spazio-tempo è apparente – e che queste civiltà così avanzate nella ricerca interiore e non nella scienza moderna, davano molta importanza a rituali tutt’altro che esteriori!
Riporto quanto già scritto nel sito e che è ancora una conferma:
“Se consideriamo le storie di apparizioni collettive di Madonne, di OVNI o altro, si arriva ad una conclusione simile: abbiamo sognato il nostro mondo. I concetti di spazio e di tempo e la struttura profonda dell’universo sono intimamente legati al fenomeno di coscienza, di cui non dubitavamo prima: significa che non vi è nessuna divisione stretta tra realtà soggettiva e oggettiva.
Coscienza e universo son intimamente legati.
Questo non era nuovo per la spiritualità indiana di più di mille anni fa. Secondo i Veda la realtà osservabile è maya (illusione, sogno):
– L’errore che facciamo è che ci crediamo separati dall’ambiente, quando invece osservatore e realtà oggettiva sono un tutto unico. Quando sogniamo è lo stesso, si verificano varie situazioni, persone, luoghi, ma quando ci si sveglia, si realizza che ogni persona o elemento del sogno erano illusioni, maya – costrutti della coscienza. –
-Il mondo non ci appare direttamente, tra lui e noi vi è la descrizione del mondo.-
Inoltre la fisica quantistica nelle sue ricerche è arrivata a conclusioni simili (di cui ho già accennato in un altro articolo):
“La materia dunque, i corpi che ci appaiono così solidi, sono in effetti spazio vuoto di cui solo un’infinitesima parte è costituita da particelle. Lo spazio vuoto e i corpi solidi perdono il loro significato abituale dopo le scoperte di Einstein e quelle della fisica quantistica.
Tutto è inter-connesso: coscienza-mente-mondo-fisico. Il sistema neuronale è in relazione attraverso il cosiddetto ’’ribollimento quantistico’’ con tutti gli altri punti dell’universo e questo ci farà vedere che l’universo non ha nessuna vera dimensione! ”
Riporto infine un poema di Fernando Pessoa, poeta e scrittore portoghese (1888-1935)
Essere coscienti è forse una dimenticanza.
Pensare sarebbe forse un sogno o un sonno.
E dormire, forse, per un momento
Il nostro spirito riprende possesso di se stesso.
Chi mi dice che la roccia inerte e rozza
Non è invece la vera coscienza-
L’estasi senza fine di un’intelligenza
Che lascia essere una roccia il proprio corpo irrigidito.
Solo la morte lo dice –
Ma chi mi dice che lei lo dice?
888888
Che cos’è la vita? Lo spazio è qualcuno per me.
Mentre sogno ci sono soltanto io.
Con luce, in chi non ha fine
E, senza voler, s’addolora.
Estesa, lieve, inutile passeggera,
sfiorandomi porta
illusione di sogno, e nella scia
La mia vita dimora.
Nella teoria inutile di sensazioni
chiamata vita,
nel vacillare coerente di visioni
Ah! i sentieri sono tutti in me.
Qualunque distanza o direzione, o termine
Mi appartiene, sono io.
Il resto è la parte
Di me che chiamo il mondo esteriore.
Ma il sentiero dio ecco si diparte
In chi io sono e nell’altro da me.
Viaggiare! Perdere paesi!
Essere altro costantemente,
non avere radici, per l’anima,
da vivere soltanto di vedere!
Neanche a me appartenere!
Andare avanti, andare dietro
L’assenza di avere un fine,
e di ansia di conseguirlo!
Viaggiare così è viaggio.
Ma lo faccio e non ho di mio
Più del sogno del passaggio.
Il resto è solo terra e cielo.
La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, odo il tuo passo
Esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
La menzogna non ha nido.
Mai nessuno s’è perduto.
Tutto è verità e cammino