ovvero un sogno nel sogno:
ecco l’esistenza terrestre
Morire prima di morire, frasi e versi che hanno risuonato da secoli nei poemi e detti di tanti mistici di ogni provenienza. Scopriamo però che Quello che siamo veramente è già “prima del concepimento e della nascita” dove… nessun concetto è mai stato possibile. Solo congetture posteriori, al seguito di un ipotetico sistema neuronale, hanno potuto mettere in orbita la fede in un corpo, in una mente, sostenuta da una “coscienza” o senso di essere che ora appare ora scompare. Ma cos’è tutto questo, realmente? In ultima analisi vi sono solo atomi vuoti in un’illusoria, apparente solidificazione di …vuoto, cementata tuttavia da memorie, insegnamenti, inganni per poter …sopravvivere. La mente non può tollerare il vuoto (di concetti) altrimenti perde quota. Per la mente tutto questo non è affatto accettabile, perché dovrebbe dileguarsi, dato che la “comprensione “ con i suoi mezzi, è impossibile. Concepire il vuoto è irrealizzabile.
Si tratta di verificare senza ombra di dubbio che tutto questo è davvero inesistente! Che cosa può temere di morire se non è mai nato? Un ego sottile e nascosto che teme di dissolversi e si esprime con frasi e concetti magnifici, che suonano bene e dànno una sensazione di verità, anche se, molto probabilmente, chi l’ha verificato davvero può certamente esprimersi così, per sintetizzare questa realtà – ma non chi lo ripete senza viverlo nel quotidiano (apparente)!
Si tratta del… come ‘’sappiamo’’, ma non sempre verifichiamo fino in fondo. Quando qualcosa sopraggiunge che ci turba o peggio, si entra nel pozzo delle memorie dimenticate, si sprofonda nella melma dell’irreale, sempre pronto a infangarci di nuovo con apparenti verità. Solo quando l’adesione è totale, quasi un annegarsi nel non-detto o dimenticato, anche tragico a volte, lo riuniamo e l’annulliamo allo stesso tempo e quindi possiamo librarci oltre, senza nemmeno volerlo coscientemente: accade da sé.
Non è un gioco psicanalitico o simile, solo un accogliere quanto è stato trascurato, soppresso per troppo dolore o altro, creando divisioni e blocchi che ci allontanano dalla Realtà unica, ineffabile, il paradiso terrestre prima della… ’’caduta ’’ dovuta alla conoscenza ispirata dal ‘diabolus’=divisione= menzogna. Tutto è uno, ma la mente (menzogna) divide.
Del resto è essenziale liberarci dall’identificazione al corpo. Significa però che questo ”corpo” è percepibile solo(!) se mente e coscienza fanno il loro lavoro! Significa che anch’essi devono risultare altrettanto irreali. Chi riconosce un ’’corpo’’ se non un pensiero, fabbricato da neuroni, inculcato dai primi balbettii davanti a uno specchio che rimanda… un’immagine di qualcuno che non abbiamo mai né visto né sentito nominare?
La mente, non contenta, se rimane anche ben occultata, troverà spazio per un’’io-naturale’’ e cercherà ancora e ancora di oggettivare, ossia conoscere … ’’l’Inconcepibile Oltre ‘’ o l’ Assoluto!! Impossibile! Il gioco quindi continua e così l’imbroglio perenne.
Siddharameshwar Maharaj , maestro di Nisargadatta Maharaj, esprimeva bene, riferendosi al noto Dasbodh indiano, che l’Assoluto – oltre la coscienza (prima della nascita) è inconcepibile, se lo vuoi trovare ti elude, ti inganna. Perché ciò che da sempre siamo, è naturalmente introvabile, poiché, cercando di “concepirlo” facciamo il gioco della mente.
Riporto alcune sue frasi da ‘’Vachanamrut o Paroles immortelles’’ (Parole immortali):-
Un sogno in un sogno
Sappiate che questa è l’esistenza terrestre
(Dasbodh)
-Non essendo nati e immortali, stavate solo dormendo e sognando. In quel sogno, avete fatto un altro sogno! Quel sogno nel sogno è quest’esistenza terrestre. Recandovi dal Maestro, avete fatto la distinzione tra l’essenza e la non-essenza. Poter pensare a ciò che è vero e a ciò che è falso, durante questo sogno nel sogno, è una fortuna inaudita. Ascoltando gli insegnamenti del Maestro, avete fatto l’esperienza dell’Aham Brahmasmi, che significa ”Sono l’Essere Supremo (Brahman)” e in quel momento vi siete svegliati dal sogno nel sogno. Con l’esperienza così ottenuta, siete sempre nel sogno originale. Vediamo com’é. Voi che dite: -Ho fatto l’esperienza di qualcosa – esistete sempre. Mentre il vero stato del Sé (swarupa) è questo:-
-Non vi è sé nel Sé-
Se un mango dice:- Ho gustato dello zucchero – allora non è un mango. Allo stesso modo:- Sono l’Essere Supremo – è sempre un ego sottile.
Nello stato naturale (sahaja) del Sé, ogni ombra di “io” è una spina che deve sparire. Se ogni limitazione è soppressa, si diventa onnipresenti.
In breve,”Io sono l’Essere Supremo”, questo ego accade a causa della Conoscenza che è un sogno, e dissolvendo la Conoscenza, siete allora totalmente risvegliati.
Sperimentate davvero questo, non diventate un fonografo. Avete ascoltato, allora esaminate quel che avete ascoltato e afferrate la Verità….
Solo quelli che hanno davvero assimilato queste Verità, possono trasformare la ‘’persona’’ in Essere Supremo, solo questi esseri sono capaci di chiarire ed esprimere questa suprema verità.
Tutto È l’Essere Supremo e solo Quello è il vostro Sé veritiero. Fermamente inteso questo, nessuna pratica, né austerità sono necessarie.
La vera Felicità senza limiti è per la Coscienza universale (che siamo), la sofferenza è per la persona. Sviluppate questa fiducia in voi stessi…-
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Anche il “vuoto” si rivela un elemento mentale, immaginabile, quindi falso. Meglio assicurarci che non siamo mai stati “qualcuno”, ma SIAMO sempre e da sempre … QUELLO: inconoscibile, immutabile e perfetto, e…oltre la coscienza (che lega a mente e corpo).
Allora CHI muore? E che cosa muore… prima di morire?