fantasma da vivo e da morto, eroe dell’inesistenza
di Isabella di Soragna
personaggio a cui accenna il vedi video di Bruno Vergani ‘Entronauta’
[Da un fatto di cronaca realmente avvenuto e descritto da vari giornali: Dialogo surreale col fantasma vero ed immaginario di Vito]
Bari, Via Ravanas una mattina: finalmente il sig. X, un curioso (che desidera restare anonimo) riusci’ a fare un’intervista a Vito Carella, davanti al cinema Arena…
Sig. X: Buongiorno. Mi scusi la sfrontatezza, ma mi tolga una curiosità. L’ho osservata per vari giorni. Ho il presentimento che lei possa togliermi un dubbio esistenziale. Non so perché.
Vito (per niente sorpreso): Non ho niente da insegnare a nessuno e non sono per nulla interessante. Ma se proprio ci tiene…
Sig. X: Ecco…io vedo questo corpo, questo brulicare di sensazioni, vibrazioni e lo traduco con l’abituale:’’questo sono io ’’.
Vito (con tono burbero): Macché! Lei vede uscire la mattina, alla stessa ora, percorrere la stessa via, dentro lo stesso vestito…un fantasma, creato dalle sue sensazioni e interpretazioni. Nient’altro.
Sig. X: Pero’ lei, Vito, c’è…li’ dentro, no? Oppure…
Vito: E’ quello che hanno cercato di farmi credere perché me lo hanno detto tante, troppe volte. Lo stesso vale per lei. Non sono solo i matti a credere quello che non sono, sa?
Sig. X: Allora chi è lei?
Vito: E’ un segreto. Se vuol farsi due risate, mi segua nel mio itinerario, venga.
Sig. X: Allora partiamo da casa sua, cosi’ osserveremo le diverse situazioni, l’incontro con un vicino, il postino, il fattorino o lo scolaro che torna da scuola…
Vito: (impaziente) Va bene, va bene! Giacché lei crede ancora che sia io ad incontrare tutta questa gente… io…(imbarazzato quasi) non incontro nessuno, glielo giuro! (camminano e raggiungono il condominio di Via Ravanas, una bambina all’entrata gli sorride, ma Vito non la guarda. Un condomino borbotta un “buongiorno”, sempre senza risposta)
Sig. X (interdetto): Il fatto di non salutare la fa sentire superiore? O è cosi’ arrabbiato con la gente….
Vito: Non saluto per nessuna ragione, mentre a volte saluto anche i passeri. Ma se proprio ci tiene a ‘‘spiegazioni’’ posso dargliene un paio. La prima è che salutando mi separo dal mio ambiente e creo in me un’identità fittizia. La seconda è che possa tornare a “credere’’ a quello che genitori, parenti e affini mi hanno inculcato, c’è ancora un rischio di “ricaduta” …non si sa mai!
Sig. X : ??? lei è convinto di… non essere separato da quello che la circonda? Com’è possibile? Dove finisce questo corpo, c’è uno spazio e poi c’è il resto, lei e…
Vito: E’ quello che mi hanno fatto pensare fin da piccolo, per farmi funzionare a livello di sopravvivenza, d’accordo, per comprarmi da mangiare, chiedere il biglietto allo sportello della stazione, ma non stanno cosi’ le cose. Le confesso che mi sono sottomesso, ma in realtà non ci ho mai creduto.
Sig. X: Com’è possibile funzionare ‘‘normalmente’’ se si è convinti che non c’è vera separazione?
Vito: E’ qualcosa che dovrà scoprire da sé. Non ho niente da insegnare come le ho già detto. Provi ad interrogarsi. Sono il tal dei tali, ma chi, che cosa, dove sono? E poi … cosa vuol dire ’”io sono’’?
Sig. X: Che sono vivo! Esisto.
Vito: Ecco il punto. Io sono convinto che non esisto o meglio che esisto solo se ci penso, cioè ogni tanto, quindi non puo’ essere vero, no? Allora se non esisto, fondamentalmente, anche i cosiddetti “altri “ non esistono altrettanto. Avviene solo se lo definisco e poi ci credo. Tutta la faccenda della separazione e quindi dell’altruismo non ha piu’ senso no? Le dirò di più…(esita) se io non mi definisco, neanche un pochino, allora posso affermare che in realtà non sono mai nato e quindi anche la parola ‘‘morte’’ perde qualsiasi significato.
Sig. X: Ma allora quello che ci appare ora davanti, cos’è? (ridendo)Un’allucinazione?
Vito (serio): Proprio cosi! (apre il suo portaatti che porta sempre con sé, dà un’occhiata al contenuto e poi lo richiude)
Sig. X: Sono indiscreto, ma se lei non esiste, cosa se ne fa di un portaatti?
Vito: Vuole proprio saperlo? Non me ne importa se mi dà del pazzo: non c’è proprio niente di visibile in ogni caso. Le percezioni creano il mio mondo come il suo, se non percepisco niente, quando apro la cartella, allora questo mi riconferma che ho ragione. Non posso piu’ allucinare. Se vi mettessi delle carte, questo mi farebbe cedere all’impostura. E’ come un pro-memoria per me. A dire il vero anche il ‘‘niente’’ può rivelarsi un imbroglio…
Sig. X: Procediamo con ordine: lei dice di non esistere, pero’ afferma anche che ci sono delle percezioni che creano il mondo. Mettiamo pure che siano i miei sensi a costruire la realtà esterna- cosa che dovro’ ancora verificare- ma se non esisto come faccio?
Vito: L’uno non esclude l’altro. Lei puo’ avere tutte le allucinazioni che vuole, ma non per questo ha bisogno di crederle, soprattutto alla piu’ importante che è quella di “immaginare” di esserci. Scusi, ma quando dorme profondamente lei se ne frega di sapere se esiste o no, no? E allora perché non continuare a farlo quando è sveglio, o meglio …crede di esserlo. Le rivelo un altro segreto. Dopo di che lei mi lascerà in pace, perché avrà la conferma della mia totale assoluta follia: noi due adesso stiamo dormendo tranquillamente e sogniamo di parlarci. La differenza è solo questa tra noi: che io so e sono convinto di sognare, lei invece crede d’essere sveglio. Allora?
Sig. X: Non creda di liberarsi cosi’ facilmente di me, finché non avro’ trovato il senso di tutto questo… mi scusi…?
Vito: Senso, senso! Tutto questo non ha nessun senso appunto! Per questo le ripeto e le consiglio di andarsene prima di farsi venire per lo meno l’emicrania.
Sig. X: Allora per lei la durata e la località degli oggetti é ancora una finzione di una mente malata?
Vito: Guardi quanti calendari e orari hanno inventato! Il tempo è un fatto di memoria, ma se dovessi perderla, posso esser certo solo di quello che succede adesso… pero’ già è passato al momento in cui ci penso! Ha! Ha! Buona questa: l’ho trovata adesso, mi piace proprio. La continuità è solo immaginazione, come quando al cinema Arena si ferma la pellicola e si vede un fotogramma fermo li’…poi un altro e poi ricomincia a correre. Se non c’ è la manovella del pensiero e della memoria, addio tutto si ferma! Il suo film personale comunque – glielo giuro- è già finito adesso e non le resta che guardarlo.
Sig. X: (sconvolto) Quello che non capisco è che lei non ha l’aria di un pazzo, a parte una certa originalità e una propensione alla solitudine forse. Non riesco a metterla in nessuna …
Vito: …categoria. Ecco il punto. Se io tolgo il collegamento dal mondo dei sogni considerandolo come tale, il mio corpo è solo carne per i vermi. A questo punto posso ritornare nel mondo che io considero ’’virtuale’’, quello delle convenzioni imposte, e non me ne importa piu’ di tanto. Se sparisco, sono altrettanto “lei’’ quanto qualunque altra cosa, tanto “qui dentro’’ non c’è n e s s u n o!! Lei crede di abitare dentro alla sua testa, in qualche recondito angolo del cervello o chi sa dove. Io vedo questo corpo, un pacco di sensazioni evanescenti, costantemente interpretate da abitudini, ma esso puo’ fare quello che vuole, non mi riguarda, perché non c’è piu’ nulla in cui possa identificarmi. Stia attento: lei rischia di esplodere o di ‘‘essere incinerato’’ all’istante!
Sig. X: Non capisco… le sensazioni del mio fisico finiscono nelle terminazioni nervose delle mani per esempio o dei piedi, poi c’è un vuoto e poi c’è lei.
Vito: Ci risiamo. E va bene. Se le avessero fatto un lavaggio del cervello convincendola che è un cane, lei ora sarebbe qui a guaire …(del resto è successo con un bambino anni fa) o l’avrebbero già rinchiuso… A me non disturba che mi prendano per un uomo e mi comporto per abitudine come tale, ma come le ho detto non mi trovo da nessuna parte in particolare e dire ‘‘io’’ o Vito è solo una convenzione utile, non un dato di fatto. La separazione tra me e lei è solo un fenomeno ottico, come l’orizzonte alla fine di Via Ravanas.
Sig. X: Immagino che i suoi parenti non la pensano come lei!
Vito: Parenti? Parole…parole…parole… (si avvicina ad una bancarella e compra una pesca che mangia con delizia) A cosa servono i parenti? A parlare per non dire niente, come stiamo facendo adesso del resto. Recentemente mi avevano invitato a pranzo, ma ho scritto loro che ‘‘erano successe alcune cose che non mi consentivano di accettare’’.
Sig. X: Quali cose, se non sono troppo indiscreto?
Vito: (ridendo) E’ successo che avevo venduto l’ultimo vestito buono e che mi era andata via la voce! Ha! Ha! Sarei potuto andare, certo, e dir loro quello che sto dicendo a lei, avrebbe avuto un bell’effetto! Mi avrebbero portato di peso all’ospedale!
Sig. X: (dopo qualche minuto di riflessione) Lei sarà pure cosciente se sta parlando?
Vito: Io non ne capisco niente né di medicina, né di filosofia, ho studiato ragioneria e quindi le consiglio di andare da chi ne sa qualcosa. Quello che posso dirle è quanto ho costatato dal mio osservatorio prediletto, un trampolino alla piscina comunale che è spesso vuota. Guardo questo pacco di roba che hanno chiamato Vito e lo metto sul trampolino ed osservo da lontano… beh! sono arrivato alla conclusione che quando non penso, potrei anche essere incosciente. Mi pare di aver capito che la coscienza – ma nessuno mi crederà- è solo un insieme di sensazioni che hanno l’apparenza di una cosa unica, e noi la definiamo come definiamo Bari: dov’è Bari secondo lei? Noi siamo abituati ad immaginarci che esiste effettivamente un punto da cui si misura una dimensione, ma se il punto non c’è realmente, allora è come se tutta la costruzione fosse un castello di sabbia che in qualche attimo il mare fa sparire. (mormora in modo appena percettibile) Essere…esistere…non essere…non esistere…solo “parole”… se le scrivo e poi cancello ogni lettera? hmmm… mi scoppia il cuore che non regge a questo oceano….
Sig. X: ( si asciuga il viso con un fazzoletto e sospira) Allora tutta la storia ed il valore delle religioni e della scienza lei li liquida cosi?
Vito: (continua il monologo silenzioso)… l’infinito non è forse… il cuore stesso? (poi riprendendosi come da un sogno beatifico) Certamente. Che cosa vuole che le dica? Nessuno mi puo’ comprendere, allora capisce almeno perché non ho amici, né ci tenga ad avere relazioni? Non sono altro che mie allucinazioni…uno stato di ipnosi che non mi riguarda più. Si svegli e…vedrà! …
Stanno tornando al condominio di Via Ravanas. Vito sparisce nel palazzo senza fare alcun cenno.
Qualche anno dopo scoprono il suo cadavere mummificato, vestito con cura, steso sul pavimento. Gli odori pestilenziali non hanno impedito al tempo di far scoccare le ore, i giorni ed i mesi. E’ quello che comunemente si dice. Possiamo farci pero’ una domanda: se quello che Vito ha detto al sig. X ha un qualunque valore, è possibile che tutto questo sia avvenuto qui all’istante, e non nel passato? Come la bobina di un video puo’ stare in una mano, cosi’ anche il film della sua vita e della nostra è una manciata di fotogrammi che un fiammifero acceso brucia in un attimo. Si puo’ anche insinuare che comunque non è mai successo niente tranne in una “fiction” di allucinazioni collettive.
Il dilemma rimane: Vito era vivo o era morto? E… noi?