Il desiderio di libertà, anche se sepolto o camuffato in mille modi, è in ognuno di noi. Per molti non è abbastanza quello materiale di poter agire senza limitazioni, di volare, di esprimerlo con azioni nel quotidiano: manca qualcosa cui non si riesce ad attribuire un nome. Ecco che un desiderio di trascendere i confini delle percezioni fisiche abituali, anche mentali, si fa luce, soprattutto il bisogno di ovviare alla costante e spesso intollerabile sofferenza.
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Da appunti e riassunti tradotti di KEN WILBER (TIME-ETERNITY, SPACE-INFINITY)
Se parliamo di Realtà come Coscienza non-duale, crediamo che la coscienza sia qualcosa legato alla soggettività, ossia che la coscienza non appartenga a ciò che stiamo osservando, gli oggetti, come questa pagina, ma a me stesso come soggetto conscio di questa pagina: ecco la perfetta intrinseca dualità.
Quanti libri sono stati scritti con dialoghi, sermoni, affermazioni di grandi saggi? Milioni. Le parole servono come indirizzi, ma andrebbero subito cancellate dalla mente, altrimenti è come portare un vestito con ancora tutte le etichette e i prezzi del negozio.
(testi tratti da varie fonti)
U.G. ossia Uppalari Gopala Krishnamurti nacque nel 1918 in una famiglia di bramani nell’Andra Pradesh nell’India del sud, legati alla Società teosofica. Come Jiddu, l’altro Krishnamurti, fu considerato fin dall’infanzia un istruttore spirituale predestinato. Come l’altro Krishnamurti, declino’ questo onore: fin qui il paragone, ma temperamenti e destini assai diversi.
[vc_row][vc_column][vc_column_text]Si sente spesso esprimere sconcerto quando alcune persone, leggendo i dialoghi di vari noti sat-guru (che hanno realizzato totalmente l’ASSOLUTO) danno indicazioni contrastanti alla realizzazione della nostra vera unica natura: essi sembrano non solo essere in disaccordo sui metodi, ma soprattutto danno risposte diverse e contradditorie.
Dio è Tutto quello che esiste. C’è solo LUI. Non è solo proclamato a voce alta, da tutte le religioni, ma è anche la prima visione – anche se non verbalizzata ma solo sentita – del piccolo infante, ancora incapace di verbalizzare o di distinguere quello che è il suo corpo e quello che sta attorno a lui. Sua madre non si è ancora separata da lui del tutto. Egli la ritrova immediatamente attraverso il cordone ombelicale del respiro, che si sostituisce a quello di pelle e sangue che lo aveva legato per nove mesi al grembo materno.
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prima di trascendere l’ipnosi.
Prima si tratta di riunire il simile con il simile che si è solo “negativizzato” perché non visto in me.
In realtà sono tutte faccende che fanno parte delle ‘’mie’’ interiora non accolte… lo vedo ogni giorno. È come se il famoso vaso che l’incauta Pandora aprì, lasciando spargere i mali nel mondo, si riaprisse in me, ma ora invece di scacciarli li accolgo, sto male un po’ e poi passa. Il fatto è che alluciniamo, dicendo che vedo Tizio adorabile e Caio detestabile, il catastrofico tsunami e i magnifici paesaggi, gli amici fedeli e quelli che mi tradiscono, quando in realtà interagisco soltanto con i ‘’miei burattini interni’’, proiettati sullo schermo dell’orizzonte infinito. In verità più li includo e più una parte di me si fa viva. Lo stesso vale per tutti. Anche le parti infinitamente migliori che vedo in altri sono tutte mie proiezioni. Sono come un folle che parla con interlocutori immaginari, ma poiché lo fanno tutti, siamo presi per normali.
La versione Buddhista del Dio Indù Shiva è MAHAKALA il “Grande Nero”, uno degli 8 protettori del Dharma.
Il colore di Mahakala è il nero, poiché come tutti i colori vengono assorbiti dal nero, tutti i nomi e le forme si fondono in Mahakala, a testimoniare la sua natura assoluta.
La mannaia o Kartr (simboleggia la disgregazione della materia e di tutti i legami terreni e la loro trasformazione in una forza positiva)
Quando di notte svanisco nel sonno profondo, di cui non ricordo nulla, potrei essere viva o morta. Poi appare il sogno con le sue figure e situazioni che considero reali, tangibili e quando mi sveglio la mattina, è lo stesso: tutto quel che mi appare – dopo aver percepito per un istante un’assenza totale – mi sembra reale e tangibile. Allora provo a ‘’verificare’’ che cos’è questo senso di esistere, grazie al quale, quando le sensazioni si mettono in moto durante le giornate, si apre lo scenario del mondo che mi circonda come un immenso pallone trasparente, popolato da immagini in movimento. A volte è un quadro idilliaco,
ovvero SIMILITUDINI tra il racconto di “Alice attraverso lo specchio”, l’esperienza del peyote nel “Le porte della percezione”, il rimedio dell’omeopatia unicista Anhalonium Lewinii, la fisica quantistica, ecc.
Isabella di Soragna
Alice attraverso lo specchio di Lewis Carrol (frasi scelte)
Alice:-Facciamo finta che lo specchio sia soffice come una mussola, così che possiamo passare attraverso. Oh! Sta diventando come una specie di nebbia. Sarà facile penetrarlo.-
In effetti lo specchio stava sciogliendosi, evaporando proprio come una nebbia. Dall’altra parte, quello che vedeva nel salotto, appariva convenzionale e di nessun interesse.