di Isabella di Soragna
La Realizzazione c’è sempre, è INDIVISIBILE, dunque INCONOSCIBILE. Per “conoscerla” si separa il soggetto che conosce da quello conosciuto.
Non ci sono “realizzati”, perché non esistono più “persone”, ma la Realizzazione si manifesta totalmente sempre: in apparenza – sembra – solo per pochi che la vivono consapevolmente senza l’illusione della molteplicità. Quindi il “realizzato” è un concetto illusorio come il “concetto’’ di Assoluto. Siamo ‘’Quello’’, inconsciamente o meno, ma non ci sono “realizzati”, lo si dice solo per poterlo comunicare. E se c’è comunicazione attraverso i concetti c’è logicamente divisione, misura, falsità.
Sapere = dividere. Se conosco, oggettivo “qualcosa” quindi divido e creo un’illusione. Ecco perché è giusto dire: “Non so nulla’’, perché questa è la suprema ultima verità.
Si usano concetti per INDICARE il + e il -, ma sono le due facce della STESSA MEDAGLIA.
L’Io-sono, il senso di essere, fa parte del ‘’cibo-corpo’’ ed è falso, ma “VESTE L’INVISIBILE” che altrimenti non potrebbe manifestarsi, ossia essere “conosciuto”, tuttavia l’Assoluto invisibile rimane intoccabile e immutabile. Esso non nasce e non muore ed è Quello che siamo sempre. Purtroppo ci identifichiamo a quanto ci hanno insegnato, a un piccolo essere che passa la vita ad inventarsi “altri e altro” e quindi a crearsi problemi e sofferenza.
Se vediamo un film in cui avvengono scene di orrori e guerre o di luoghi paradisiaci e esseri angelici, proviamo emozioni, ma sappiamo che è un film che scorre su uno schermo neutro, il quale non è toccato né da quelle scene né da quei personaggi: esso accoglie e lascia andare, rimanendo uguale e immobile. E noi rimaniamo spettatori della “proiezione”, ma poi ci dimentichiamo di quanto abbiamo visto. Lo stesso dicasi di quanto succede al risveglio la mattina. Il proiettore (io-sono) si accende e proietta sullo schermo-spazio – creato dalle cellule nervose – il contenuto del film interno, (memorie, sensazioni, desideri a cui sono state incollate etichette o meglio concetti) dimenticandosi che quanto vede o percepisce, è solo costantemente farina del proprio sacco. Sono soltanto il gioco di vibrazioni e interferenze già contenute nel suo proiettore in cui vi è già tutto il film. ORA. Dal concepimento alla morte.
In effetti si è scoperto che… continua la lettura su riflessioni.it