Quando di notte svanisco nel sonno profondo, di cui non ricordo nulla, potrei essere viva o morta. Poi appare il sogno con le sue figure e situazioni che considero reali, tangibili e quando mi sveglio la mattina, è lo stesso: tutto quel che mi appare – dopo aver percepito per un istante un’assenza totale – mi sembra reale e tangibile. Allora provo a ‘’verificare’’ che cos’è questo senso di esistere, grazie al quale, quando le sensazioni si mettono in moto durante le giornate, si apre lo scenario del mondo che mi circonda come un immenso pallone trasparente, popolato da immagini in movimento. A volte è un quadro idilliaco,
assoluto
di Isabella di Soragna
Se si guarda la foto e si vede la linea dell’orizzonte che ci sembra a 5 km di distanza, si realizza spostandosi, che non è così. Infatti, c’è sempre ovunque un orizzonte ben definito, ma ci sfugge sempre, come l’occhio che cerca di vedersi o il sentire di esistere, di cui non si afferra mai la provenienza. Un po’ come le onde sul mare…
di Isabella di Soragna
La Realizzazione c’è sempre, è INDIVISIBILE, dunque INCONOSCIBILE. Per “conoscerla” si separa il soggetto che conosce da quello conosciuto.
Non ci sono “realizzati”, perché non esistono più “persone”, ma la Realizzazione si manifesta totalmente sempre: in apparenza – sembra – solo per pochi che la vivono consapevolmente senza l’illusione della molteplicità. Quindi il “realizzato” è un concetto illusorio come il “concetto’’ di Assoluto. Siamo ‘’Quello’’, inconsciamente o meno, ma non ci sono “realizzati”, lo si dice solo per poterlo comunicare. E se c’è comunicazione attraverso i concetti c’è logicamente divisione, misura, falsità.
di Isabella di Soragna
PRIMA DELLA COSCIENZA, prima di poter sentire e dire ‘’sono vivo, esisto’’, chi o che cosa sono? Un mese prima di essere concepito, mille, milioni di anni fa, o miliardi di anni luce… chi ero, che cosa ero? Dopo la morte del corpo dov’è finita questa sensazione e definizione? E durante il sonno profondo? E mentre sono immerso in un’azione che prende tutta l’attenzione?
Per prima cosa noto che il senso di essere vivi è intermittente ed appare solo quando “lo so”. È quindi solo un PENSIERO. Il primo pensiero che poi genera come una prolifica mamma coniglio una quantità di coniglietti. E che cos’è un pensiero? Un concetto, un’idea, una convenzione, tradotta in suoni e parole.
di Isabella di Soragna
L’Assoluto non sa di esistere: non sarebbe « Assoluto ». Quindi non esiste, non è oggettivabile, concepibile.
Noi “siamo Assoluto” ma ci confondiamo con un miraggio, ne consegue che non siamo mai stati concepiti, non siamo mai nati, nè mai moriremo e quindi…NON VIVIAMO. Quello che ci appare come “VIVO”, ad esempio il corpo, è un burattino che, identificandosi ad un personaggio, un presidente, un impiegato, un mendicante, a Mario o Concetta o a qualche bel nome indiano altisonante, si comporta come un bambino che osserva una nuvola e dice:”Toh!un ombrello, un cavallo, un delfino, un’aquila… ‘’ma sono NUVOLE!
di Isabella di Soragna
La Realtà è pura Mente Non-dualista, che contiene potenzialmente concetti, i quali tuttavia mai possono essere compresi dagli stessi. Poiché è libera da qualunque concetto, può essere solo “parzialmente descritta” in modo analogico o negativo. Può solo essere sperimentata, quando “le porte della percezione sono state pulite” da ogni possibile fabbrica intellettuale.
Parlando della Realtà come coscienza non-dualista, molti di noi la mettono in relazione con la soggettività, ovvero sentiamo (crediamo) che la coscienza non appartiene agli “oggetti”, come questa pagina, ma piuttosto a me stesso come soggetto che si presuppone “conscio di” questa pagina. Questo è in essenza “dualistico”, ma poiché la coscienza è la Realtà e la Realtà non è dualistica, sarebbe più accurato vedere la coscienza non come soggetto relativo che si confronta con oggetti, ma come Assoluta Soggettività, cioè al di là del dualismo soggetto e oggetto.
Quello che chiamiamo Dio, questa profondità, è l’Assoluta Soggettività o Testimone all’interno di ognuno di noi, non identificato né come soggetto né come oggetto, ma che include paradossalmente entrambi. Ramana Maharshi lo definiva così:
“Poiché il Sé non può essere oggettivato – non essendo conoscibile da nessun altro – e poiché il Sé è l’Osservatore di ogni altra cosa, la relazione soggetto-oggetto e l’apparente soggettività del Sé esiste solo sul piano della relatività e svanisce nell’Assoluto. In verità esiste solo il Sé che non è né l’osservatore né l’osservato e non è coinvolto con nessuno di essi.”
Se ora qualcosa in me può osservare il mio sé soggettivo e che esiste in me, adesso, la consapevolezza di un “sé” che legge questa pagina, ciò mi dimostra chiaramente che… continua la lettura su riflessioni.it
di Isabella di Soragna
Che cosa vuoi conoscere o capire per essere davvero “nulla”? Essere nulla è una falsa definizione, poiché trasformi il niente in qualcosa. Se cerchi di non essere nulla, allora provi ad essere qualcosa no? Essere qualcosa o essere nulla sono concetti falsi. Nessuno dei due esiste in realtà.
La domanda è:” Se qualcosa non esiste e nemmeno il nulla esiste, allora…?” La risposta è il silenzio assoluto. La mente non comprenderà mai che cos’è il silenzio, poiché descrivendolo, lo corrompi.
di Isabella di Soragna
ovvero Sri Nisargadatta Maharaj.
(da varie fonti indiane)
A Bombay, Vanamali Mansion, Khetvadi lane 10, divenne per molte persone un punto di riferimento spirituale. Qui visse Nisargadatta Maharaj un grande Jnani(saggio realizzato) quasi sconosciuto nei primi anni della sua vita. Egli gestiva un piccolo negozio di bidi, piccole sigarette fatte di foglie di tabacco arrotolato che i poveri fumavano. Infatti egli stesso era un fumatore accanito.
di Isabella di Soragna
detti intuizioni poemi che indicano la vera sorgente della vita
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CAPITOLO 7
ologramma
L’universo non può esser considerato come una raccolta di parti indipendenti, come le pennellate in un quadro impressionista.
È un ologramma, una rete dinamica di eventi in correlazione, in cui ogni parte della rete determina la struttura della totalità.
– Charles Eliot
Nel cielo di Indra, si dice che esista una rete di perle, raccolte in modo che se tu guardi una di esse tutte le altre vi si riflettono. Allo stesso modo ogni oggetto nel mondo non è solo se stesso, ma implica ogni altro oggetto e di fatti è ogni altra cosa.
– Upanishad
In ogni grano di polvere sono presenti infiniti Buddha.
– Anonimo
Vedere un mondo in un grano di sabbia,
E un cielo in un fiore selvatico,
Tieni l’Infinito nel palmo di una mano,
E l’Eternità in un’ora.
– William Blake
La Luna unica si riflette ovunque vi sia una pozza d’acqua,
E tutte le lune nelle acque sono abbracciate in seno alla Luna unica.
Il corpo del Dharma (l’Assoluto) di tutti i Buddha
Entra nel mio proprio essere.
E il mio proprio essere si trova in unione con il loro…
La Luce Interiore è aldilà delle lodi e dei rimproveri;
Come lo spazio, essa non conosce limiti,
Eppure, essa è qui, in noi, e conserva sempre
Serenità e pienezza.
Non è che quando tu la cerchi dandole la caccia,
Che la perdi;
Non puoi afferrarla, ma neppure puoi liberartene,
E mentre non puoi né l’uno né l’altro, essa prosegue
Il suo cammino.
Resti silenzioso ed essa parla; parli ed essa tace.
– Yung-Chia-Tah-Shih
Nella teoria bootstrap degli adroni tutte le particelle sono composte dinamicamente le une dalle altre in modo intimamente coerente e in questo senso si può dire che esse si contengono reciprocamente.
– Erwin Schrödinger
Un “modello olografico di coscienza” rende i processi del cervello come la memoria, la percezione e l’immaginazione chiaramente spiegabili. Nella coscienza, una cornice è tutte le cornici. Ogni memoria e ogni pezzetto d’informazione immagazzinata nella nostra mente si muove tra… continua la lettura su riflessioni.it
di Isabella di Soragna
E’ ormai un tema new age da parecchio tempo: – Noi creiamo la nostra realtà.-
Avendo finalmente scoperto “il Segreto” della manifestazione, di cui va a ruba il libro-feticcio, possiamo trovare il modo, con la giusta perseveranza e concentrazione del pensiero “positivo”, di creare ricchezza, successo e quant’altre cose del genere. Da ragazza, senza conoscere nulla del Segreto, visualizzavo un posto di parcheggio che regolarmente trovavo e lo ritenevo normale. Dallo stato più o meno florido di una piantina che qualcuno mi aveva regalato, intuivo lo stato della mia relazione con quella persona. Tutte le cose erano per me in costante correlazione. Ma se mi avessero detto di farne un gioco di potere, per ottenere beni materiali avrei fatto una bella risata. Mi resi conto poi che questo mi avrebbe ancor di più invischiata nell’irrealtà e nella sofferenza. Notavo anche che se desideravo veramente qualcosa, mi sentivo strappata dall’intima comunione con l’ambiente. Infatti il desiderio è sinonimo di separazione e quindi di sofferenza.