(tradotto da testo di Stephen Linstead)
Poche immagini sono tanto enigmatiche quanto l’Uroburo, il serpente che mangia la sua stessa coda. In esso, l’immagine del cerchio personifica l’eterno ritorno, un nuovo inizio che avviene tempestivamente dopo ogni fine. Le sue origini antiche vanno fino all’antico Egitto, dove la si vide nella piramide di Unas* – un serpente che divora sè stesso, mostrando così l’unione degli opposti. L’Uroburo può anche rappresentare ciclicamente che la fine…è l’inizio. Rappresenta l’idea di Unità primordiale o in termini alchemici, il simbolo dell’eterna unità raggiunta dall’ ”opus” di divorare se stesso, ossia ..l’ego! per trascendere e assimilare i nostri opposti più oscuri, ossia l’”Ombra” descritta sia da Nietzche che da Jung.