di Isabella di Soragna
In Filosoficamente
“Noi abbiamo sognato il mondo. Lo abbiamo sognato resistente, misterioso, visibile, ubiquo nello spazio, fermo nel tempo. Ma abbiamo ammesso nella sua architettura tenui ed eterni interstizi di assurdità per sapere che è finto” (J.L. Borges, Finzioni)
Che cosa sono questi interstizi di assurdità? Ve ne sono infiniti, ma cominciamo da un comune individuo, quando viene risvegliato in un momento di sonno profondo. Al primo istante può solo percepire un vago senso di essere presente, ma senza sapere né chi è, né dove si trova. Tutto è nebuloso e oscuro. Poi, più o meno lentamente, il programma-video del suo sistema si mette a fuoco e appaiono ricordi, luogo e identità. Prima di questo la memoria non essendo in funzione, vi è un black out totale, come nel sonno