di Isabella di Soragna
Robert Adams è un saggio realizzato, poco conosciuto in Europa. D’altronde non ha mai fatto né pubblicità, né scritto libri, né organizzato seminari o conferenze, ora così in voga.
Nasce nel Bronx nel 1928. Figlio di un cattolico e di un’ebrea, sempre ribelle, fin da piccolo non sopportava la sofferenza nel mondo. I ricordi della sua prima infanzia ci parlano di una costante visione accanto al suo lettino, di un nano con la barba bianca che gli parlava in una lingua incomprensibile. Quando ebbe sette anni la visione sparì. Molti anni dopo, in seguito alla sua esperienza di “risveglio” dal sogno diurno, mentre cercava alcuni libri su insegnamenti di saggi indiani, ebbe uno shock vedendo la fotografia di Ramana Maharshi in un libro. Riconobbe nella foto il piccolo uomo che gli parlava quando era nel lettino da piccolo. Da adolescente sviluppò presto le siddhi(poteri soprannaturali: segno di progresso, ma non di realizzazione). Ripeteva il nome di Dio tre volte quando aveva un problema a scuola e otteneva dei buoni risultati senza studiare. Un giorno, prima di un esame di algebra, ripeté il nome di Dio tre volte, ma invece delle risposte, il fulmine della rivelazione ultima cadde su di lui, rivelandogli l’illusione della nascita e della morte e l’inconsistenza della manifestazione.