IL METODO SIMBOLO IMMAGINALE: TECNICHE CHE TRASFORMANO INCONVENIENTI E DIVERSITÀ IN AUTENTICI PATRIMONI
“Si tratta di imparare ad amarsi di un amore sano per poter quindi sopportare di restare accanto a sé e di non andare errando di qui e di là”. Nietzsche
“Cammina sul suolo stabile della non-oggettività delle cose.“ Milarepa
Leggi questi versi:
“Questo corpo è un’apparizione magica, un’ombra senza carne nè ossa, un miraggio che cambia di momento in momento, un sogno che la mente proietta, un bell’arcobaleno vivo, ma senza sostanza, un ricordo: emozioni come nuvole mutevoli, mosse dal vento, capaci di disegnare ogni forma, eppure evanescenti come la luce del lampo.”
In seguito chiudi gli occhi e lascia risuonare questo poema nel tuo corpo, rilassandolo.
Per l’uomo la natura ho un aspetto oggettivo, concreto, dovuto al consenso, ma anche una dimensione immaginale.
Gli oggetti e le situazioni sono concreti, ma anche delle illusioni prodotte dal nostro sistema nervoso-psichico che li crea.
Quando l’identificazione con un’immagine sociale non è il prodotto di una scelta cosciente, ma meccanica, l’individuo è trascinato da un consenso collettivo della realtà e lo subisce.
In questa società di consumi, l’uomo diventa vittima dell’oggettività, del corpo, degli eventi, che egli dimentica che sono l’effetto della propria forza visionaria.
Questo stato d’ipnosi rende l’uomo vittima del proprio potere d’immaginazione, la maya, mentre in occidente lo chiamano “peccato originale”, poiché – spinti dal “diabolus” mente-divisoria – ci siamo nutriti del “frutto della conoscenza” nel paradiso terrestre.
Questa credenza, dovuta alla “conoscenza delle cose”, conferisce agli oggetti e agli eventi (materialismo, consumismo) un’anima che non esiste, privando l’uomo della propria creatività. La conoscenza spirituale (non mentale) non cerca il consenso, ma è un sapere che non si riferisce a nulla in particolare: né soggetto né oggetto, ma una pura esperienza. La conoscenza che prevale sull’essere è un principio d’illusione.
Il bambino vede una quantità di riflessi in uno specchio, senza percepire la presenza dello specchio, così l’uomo vede il mondo senza percepire il Sé che ne è la sostanza. L’uomo che non vede lo specchio, prende i riflessi per realtà oggettive. Sono solo le molteplici forme che la luce del proprio essere proietta sullo specchio. Il Sé è lo specchio, ma anche le luci e le ombre che dànno l’impressione delle forme e vi si riflettono. Si conferisce una realtà alle cose, credendo all’interpretazione comune di ciò che si vede.
La nostra realtà è il risultato della nostra fede nell’interpretazione collettiva.
Apri gli occhi vedendo simultaneamente dentro e fuori dall’illusione, in un mondo oggettivo e visionario allo stesso tempo.
Esperienza del corpo-simbolo
Vedere il corpo come simbolo è vederlo attraverso delle “sensazioni” e non tramite concetti imparati. In questo corpo non vi è né nascita né morte, né cambiamento né fissità. Non c’è più bisogno nemmeno d’illuminazione, poiché non si vede più il mondo oggettivo: non c’è bisogno di svegliarsi, bisogna solo smettere di sforzarsi di restare… addormentati!
Si vede solo con gli occhi del consenso, del giudizio standard, e si diventa schiavi… della mente e dei suoi concetti, memorie e interpretazioni.
Rilassati, respira bene, contempla le forme del tuo corpo: le forme che tu NON ami sono quelle che nascondono le emozioni che ti fanno paura. Mentre respiri, manda dell’energia alle parti che ami meno dicendo mentalmente e con amore:- Ecco quello che sono.-
Non giudicare, osserva soltanto.
La chiave dell’assenza di paura (dal Libro dei morti tibetano) è di mantenere in ogni momento – anche durante una morte mistica di profonda trasformazione – un’attenzione vigile e costante (=restare nell’io-sono non-verbale).
LA PAURA OFFUSCA LA NOSTRA VISIONE e CI RENDE VITTIME DEGLI EVENTI, che nostro malgrado ci trascinano. La chiave dunque sta nel ricordarsi che tutto ciò che sperimentiamo è una nostra emanazione, prodotto della nostra coscienza-sistema nervoso, mentre la realtà è luce senza ombre.
Nessun pericolo è reale. Anche il corpo è una nostra immaginazione e interpretazione.
Esperienza del sogno da “sveglio”: chiudi gli occhi e rivivi rilassandoti, gli avvenimenti più importanti della tua vita come se fossero un sogno. Rivivi il sogno della tua vita, dimenticando l’oggettività delle cose e la fede nella realtà dei fatti. I sogni notturni ci fanno paura, salvo quando ci si rende conto che sono dei sogni.
Esperienza del Mandala immaginale
Chiudi gli occhi e immagina un cerchio in rotazione nel quale tu piazzi il tuo luogo natale e i luoghi in cui hai vissuto. Contempla questi luoghi per un momento, poi immagina un altro cerchio in movimento e più interno, nel quale metti le persone che hai conosciuto e che hanno avuto importanza per te. Contempla questo cerchio d’individui per un po’ di tempo, poi immagina un terzo cerchio in rotazione ancora più interna, nel quale tu osservi le parti del tuo corpo come entità o spiriti. Al centro immagini un quadrato nel quale osservi la divinità interiore come vacuità e in essa rifletti il tuo essere. Assorbi in te il mandala e vivi i luoghi, le persone e le parti del tuo corpo come proiezioni, dissolvendo la loro apparenza oggettiva e prendendo la tua responsabilità verso le emozioni sperimentate nella tua vita.
Porta la visione del mandala all’interno del tuo corpo e contemplalo almeno un minuto in ciascuna di queste parti del tuo corpo:
la cavità pelvica
la cavità addominale
la cavità toracica
la cavità della gola
la cavità cranica
Ciascuna di queste cavità trasforma l’energia originaria (kundalini o altro nome) in energia specifica: nella cavità pelvica in energia primitiva e aggressiva, nella cavità addominale in forza di volontà, nel torace in forza creativa e amorevole, nella gola in comunicazione, nella cavità cranica in chiara visione che va al di là della visione concettuale e consensuale della realtà.
Lascia agire tutto questo e osserva…
Nella tradizione naturale, psicologia e geomanzia coincidono: camminare sulla terra e entrare nelle profondità psichiche dove l’inconscio è ”viscere”, il percorso è lo stesso. Il pellegrinaggio ne è il simbolo, la circonduzione (si gira attorno a una “stupa”, per es.) di un luogo sacro, una montagna, un lago ecc. tutto questo è visto come potere immaginale, quindi avventurarsi nel proprio corpo o intorno a una montagna, è la stessa cosa, un viaggio interiore.