di Pradeep Apte
- La canzone del Non-nato non è mai stata cantata, eppure ciò che è nato si cura apparentemente di farlo, per annientarsi ed essere ciò che è veramente.
- Cos’ero prima di nascere, prima che questa forma apparisse, prima che questo “io-sono” temporaneo sorgesse e sparisse? Il Non-nato.
- Il mio corpo è un invitato, sono l’anfitrione. Cosa sarò quando l’invitato se ne andrà? Il Non-nato.
- Quando è apparso l’”io-sono” illusorio, ho cominciato a “sapere” che io-sono(esisto), non prima. Comprendendo l’errore, ho realizzato che il Non-nato è sempre presente, senza “saperlo”.
- Essendo il Non-nato, l’apparenza del nato è trascesa, ma disponibile: posso sembrare usarla o no.
- Come Non-nato quale sapere può essersi manifestato? Tutto ciò che avviene e si sperimenta, è un’illusione misurata nella forma del tempo.
- Il mio vero stato di Non-nato è completo, indifferenziato, al di là dell’esperienza, della nascita e della morte: è sempre presente, non è arrivato o andato altrove: è la gioia di non sperimentare questo corpo, poiché sono al di là, libero dall’illusione.
- Nulla mi è utile e una volta stabilizzato in questo non-stato, non sono più innamorato di questo senso di essere: il corpo può venire o andare, ma come Non-nato sono sempre là, senza spazio, senza tempo e senza attributi.
- Non medito più poiché non posso più dimenticare che non sono mai nato. Rinuncio alle memorie che mi fissano a un “io” nato e apparente. Quando recito: – Sono il Non-nato -, non c’è né nome né forma.
- Non saper nulla è la perfezione! Quello che so è apparente e non ho nulla di cui ricordarmi o da dimenticare.
- La mia nascita è falsa, il mondo e la mente sono irreali, sono stati proiettati su di me senza saperlo.
- Il Non-nato non sa se è vivo: al momento in cui mi appare il sapere che “io-sono”, la dualità si manifesta.
- Non si tratta di entrare nello stato del Non-nato, sono sempre nel Supremo, prima dell’apparizione del corpo-coscienza.
- Per realizzare pienamente il Non-nato, l’apparente nato deve rimanere nella sorgente. Non so che sono il Non-nato, allora che conoscenza posso avere? Non è un insegnamento, ma un’affermazione del mio essere veritiero: tutto questo non posso raccontarlo a tutti, che sono sempre il Non-nato, uno stato di non-conoscenza. Ogni conoscenza dev’essere liquidata.
- Se la coscienza sparisce, il Non-nato prevale sempre prima della mente: la meditazione deve fondersi in questo.
- Il Non-nato è prima della memoria, allora come può vedermi la memoria? Non ha dimenticato, ma la memoria si è dimenticata di sé stessa. La storia non ha mai potuto aver luogo. Prima della coscienza nello stato del Non-nato con quale strumento si può essere coscienti?
- L’apparente nato, con il suo sapere, è imperfetto. Il Non-nato senza il sapere è totale, completo, perfetto e la nostra vera identità: non lo si può descrivere, ma solo esserlo e viverlo.
- La nascita, la vita e la morte fanno solo parte del tempo, della durata. Come Non-nato non conosco nessuno di questi stati, poiché sono prima dell’apparire dell’”io-sono”, quindi prima del corpo-mente e anche quando sparisce. Non mi concerne ciò che succede nella coscienza.
- Mettete tutta l’attenzione nello stato prima che qualunque esperienza sia cominciata e sparirete come Non-nato.
- Chiudo gli occhi, mi dimentico di me ed eccomi come sono sempre-il Non-nato.
- Come Non-nato non appartengo a nessun culto o credo: sono stati creati piuttosto da me stesso. Tutto quello che succede non è il Non-nato, ciò che è e non si manifesta è il Non-nato. Tutte le credenze sono false: sono il Non-nato e non ciò che è percepito o visto. Tutti gli avvenimenti e le attività sono falsi.
- Ciò che appare darmi la possibilità della comprensione, diventa così sottile e fine, che scompare e resto il Non-nato. Sono realmente il Non-nato quando non lo so. L’ultima conoscenza è la non-conoscenza.
- Il corpo sembra venire e partire, ma io sono quello che sono, vivendo apparentemente con l’identità del Non-nato che è prima dell’apparizione del corpo. La sola schiavitù dell’apparente-nato, è la memoria costante di essere un corpo. “Sono nato e morirò” è pura immaginazione dell’apparente-nato. Mi occupo bene del corpo, ma non sono quello.
- Sono stato posseduto dal fantasma dei cinque elementi, ma stabilizzandomi nel Non-nato, non sono nessuno di essi e ne sono libero. Il sonno profondo, il sogno, il risveglio e la loro base il ”quarto stato(turiya)”, sono stati temporanei apparsi su di me, ma io, il Non-nato non sono nessuno di essi: non possono conoscere ciò che li precede. Il Non-nato lo sa(lo vive), ma questo non appartiene al conosciuto.
- Tutto appare automaticamente e come apparentemente nato, ho abbandonato l’idea “io ho fatto” ed eccomi! …Non-nato. Sono prima dei cosiddetti antenati. Non ho genitori. Sono e non sono e né l’uno né l’altro. Ho realizzato l’irrealtà dell’io-sono, pieno di concetti.
- Il mio mantra è: -Sono il Non-nato, senza far finta di esserlo. – Mai abbandonare questa pratica. Il Non-nato non è mai toccato dal mondo: l’apparente-nato deve essere convinto della propria irrealtà, allora che esso sia buono o cattivo non ha importanza.
- Poiché non sono nato, la nascita è falsa, quindi nessuna esperienza è vera: ho passato dunque la vita a raccontare menzogne! Tutte le molteplicità che appaiono, svaniscono.
- La vita fuggirà, il corpo sembrerà morire, ma questo non toccherà affatto il Non-nato, poiché il reale non muore mai, e il non-reale non mai vissuto. Avvertire l’ ”io-sono” è come un incidente: è il colpevole che arriva all’improvviso e attiva poi la memoria e tutti gli stati ad essa connessi.
- Il Non-nato è indistruttibile, invisibile e sembra solo vedere ciò che è visibile e corruttibile. Le immaginazioni dell’apparente-nato non arrivano al Non-nato, poiché ha la convinzione che la nascita è falsa. Finché troverò interessante la mia maniera di vivere presente, non realizzerò il Non-nato.
- Il Non-nato è prima del senso di presenza, prima del pensiero e prima dello spazio-tempo, non è un’esperienza, né un avvenimento: i soggetti-oggetti appaiono, ma non siamo né gli uni né gli altri, ma qui-ora. Non è necessario raggiungere ciò che si è già: non lo si può mai dimenticare. Il transitorio dell’apparente-nato è la prova della sua irrealtà.
- Capisci cos’è la schiavitù durante 24 ore: appena realizzi che non puoi essere un corpo-mente, sei il Non-nato naturalmente. Nessun bisogno di andare al di là: il sentimento di essere è annullato. Quando rifiuti e sradichi qualunque concetto, anche l’”io-sono”, che crea questo ciclo concettuale, e se sei maturo, ecco ci sei: sono il Non-nato. A questo punto l’individuo è condannato a morte, ma anche la morte è morta!
- Continua a restare nel testimone dell’”io-sono”, fino alla sua sparizione. L’”io-sono” crea gli stati di veglia, sonno profondo e risveglio, se questo scompare, rimane solo il Non-nato, la tua vera proprietà.
- Recitare costantemente “Sono il Non-nato” è una sfida alla mente fluttuante, la tiene al guinzaglio e la focalizza sull’obbiettivo. Questo significa che sono sempre qui, è la coscienza che viene e va. Se perdo interesse in tutto ciò che percepisco, è il modo più rapido per realizzare il Non-nato, gli ostacoli e le difficoltà diminuiranno, ma se lo faccio per averne un vantaggio, sembrerà che non apparirò realizzarlo giammai.
- La meditazione non può generare il Non-nato, poiché esso è già presente, ma porta l’apparente-nato ad avvicinarsene ulteriormente, purifica la mente, fino alla sparizione dell’”io-sono”.
- Poiché non sei mai nato, non sei il corpo, allora perché preoccuparti di tutti quegli stati che sembrano durare migliaia di anni? L’apparente-nato deve retrocedere prima dei pensieri (tornare a casa) e l’”io-sono” sparirà anch’esso e solo il Non-nato prevale: significa che ”sono sempre qui”. Tutto ciò che cambia appartiene alla mente. Il mondo non è mai veramente esistito, non è ma stato creato, è un sogno! Lo realizzo davvero, ecco tutto.
- L’apparente-nato deve indagare la causa della sua nascita – l’”io-sono”è il primo suono e deve vedere in questo, la causa di tutti i problemi e le miserie del mondo: con simile devozione si realizza il Non-nato. In realtà l’essere, il corpo-mente e la nascita sembrano accadere, ma in realtà tutto questo non ti ha mai toccato. “Cos’ero prima di nascere?” Non vi è risposta poiché l’interrogazione diventa impossibile: La mente si ferma e il Non-nato prevale.
- Colui che sembra comprendere che ciò che è nato è irreale, è l’eterno Non-nato. Come Non-nato sei il testimone degli eventi della vita, ma non vi partecipi mai. È il luogo ove tutte le speranze, attese e desideri dell’apparente-nato sono dissolti e annientati: perfino la spiritualità ti sembrerà irreale. Il Non-nato è talmente vicino che non vi è più spazio per un cammino per giungervi.
- Chi parla, chi cammina chi è seduto? Sono espressioni dell’”io-sono”, il Non-nato non è l’”io-sono” che è apparso sorgere su di te. Essere presenti a questa frase, pone i limiti tra sapere e non-sapere e permette di vivere il Non-nato: questo può avvenire in questo stesso istante.
- La convinzione del Non-nato deve essere tale, che nessuna domanda possa sorgere a questo proposito. Come qualcuno che è morto e incinerato, ci possono essere ancora domande su quello? Come Non-nato sei sempre in uno stato prima delle parole: ogni percezione, ogni espressione, ogni azione appartiene all’apparente-nato e non è reale. Per colui che ha realizzato il Non-nato, l’”io-sono” apparente c’è, ma gli dà poca importanza. Sembra servirsene quando è necessario, ma non è guidato da questo “io-sono”.
- Il corpo è scomparso, anche la coscienza, non c’è né forma né individuo e nemmeno il niente, sono il Non-nato. Sono senza sapere poiché non è più necessario. Non è una questione di tempo, basta percepirlo profondamente. Si realizza che non si può creare qualcosa dal nulla. Se indaghi sul principio della nascita, realizzi che l’”io-sono” perpetua l’io-sono”, ma tu non lo sei perché non sei mai nato! Ma sento solo questo “io-sono” a causa di questo incidente della cosiddetta nascita.
- La Gita del non-nato è un distruttore della comprensione spirituale, non si tratta solo di leggerlo, ma di applicarlo quotidianamente. Più si è convinti di quello, più tutto appare come illusorio. Non si cadrà più nel trabocchetto delle affermazioni spirituali o logiche esposte da altri: sono pesi che aumentano la nostra miseria, il Non-nato rifiuta tutto il bagaglio degli insegnamenti religiosi. Che identità hai? Che convinzione hai a proposito di quello che sei? La sola risposta valida è: -Sono il Non-nato. – Solo il senso di presenza è sorto, ma nessuna identità o individuo.
- Il sentimento di aver capito: ”Sono il Non-nato” è altrettanto illusorio, perché l’apparente-nato che credo di essere ancora, ha trovato qualcosa che può essere divulgato ad altri, ma non ci sono ”altri”. Il Non-nato inghiotte l’universo intero. Senza coscienza non c’è mondo, anche se sembra così importante: come Non-nato ne sono distante. Se sei Non-nato, non è importante se il corpo resta o sparisce.
- Sono Non-nato, allora prima del concepimento, chi mi ha spinto in una matrice? Mio padre, mia madre? Sarebbe solo possibile se avessi già avuto una forma qualunque prima del concepimento, allora questo essere e il mondo sono irreali. Sono sempre in questo stato perfetto, che l’essere sia presente o assente. Poiché non sono né il corpo né il senso di presenza, né il tempo, perché dovrei preoccuparmi della loro dipartita? Prevalgo sempre prima, dopo, senza soggetto o oggetto: non si potrà mai comprenderlo! Tutto quello che si capisce non è il Non-nato.
- La creazione del mondo sembra sorgere da me stesso – ma il Non-nato, la mia vera natura, ne è distante: non è un cammino e non vi è una direzione, è una dissoluzione istantanea di ogni illusione. L’”io-sono” e l’“io-non-sono“sono dimenticati e questo dà un gran senso di riposo. Non c’è destinazione: un suono ha forse uno traguardo? Tutto quello che si esprime qui, in fondo è falso, poiché tutte le parole provengono dall’”io-sono”- come Non-nato non posso dire nulla, poiché è al di là di qualunque espressione. La coscienza si annienta gradualmente, staccandomi dalle attività mondane, poiché sono convinto di non farne parte: il Non-nato non può esserne sfiorato. Anche il momento presente è irreale.
- I dispiaceri arrivano e anche tutte le conoscenze acquisite mi rinchiudono, se dimentico il non-stato del Non-nato: ci si preoccupa allora di un cadavere ambulante invece di tornare al posto della sedicente nascita, per confermare se si era davvero nati, ma in realtà senza mai trovare nulla. I desideri appaiono e credo di esaudirli, eppure non ho identità, sono il Non-nato. Nessuna delle mie sedicenti identità sono rimaste: infanzia, adolescenza, maturità e vecchiaia non sono mai state oneste con me, sono false e spariranno tutte un giorno.
- Come l’acqua mista ad acqua rimane acqua, se sono Non-nato, tutto è Non-nato ed è tutto ciò che è: i nomi e le forme sono tutte irreali. Non tento di chiarire, sbrogliare con l’intelletto il Non-nato, ma lo accetto tale e quale. Divento senza nascita e senza morte. Questo diventa la mia costante meditazione, la mia passione.
- Essendo Non-nato, appaio accettare che non c’è né dio né devozione, salvo la devozione al guru Non-nato, o sat-guru. Non sono né santo, né un guru istruito, non vivo qui per sempre, allora perché preoccuparsi dei beni materiali o di accumularne? Lo scopo di questa Gita è di far esplodere tutti i concetti e stabilirmi nel non-stato del Non-nato. Allora perché perdere tempo per altro? Non significa però eseguire male i doveri quotidiani, al contrario, saranno eseguiti in modo imparziale.
- Non ho apparenza, immagine o colore, non ho bisogno di libertà, poiché sono oltre la libertà. Non sono né nello spazio né nel tempo. Tutto ciò che proviene dalla memoria è instabile, il Non-nato è prima della memoria e dell’immaginazione, quindi stabile. Ciò che è nato deve rammentarsi di qualcosa, discriminare, allora che c’è di meglio che ricordarsi: “Sono il Non-nato”? il mondo oggettivo non è la mia vera dimora, ecco perché sento questa tristezza.
- Sono Non-nato, allora non serve rinunciare al mondo, ma solo comprenderne l’irrealtà, poiché non sono il principio di nascita. Il guru Non-nato(sat-guru) non ha bisogno di un grande pubblico, né di fama, né di monasteri. Egli ricorda solo che nessuno è mai nato. Colui che è ignorante della propria vera natura dice che “il destino è inevitabile”, il guru Non-nato dice che “essere Non-nato è inevitabile”. Se il sentimento che sono Non-nato è diventato stabile, non c’è null’altro da fare: realizzo che non sono ma stato limitato, allora che significa la libertà? Ho dimenticato che sono Non-nato, allora credo di avere desideri e bisogni che sono solo immaginazione. È follia andare a cercare la verità del mio essere che è Non-nato.
- In questa attenzione costante al Non-nato, investigando che cosa, quando e dove io sono in questo corpo, sembro rifiutare tutte le parole e anche le parole “sono il Non-nato”. Tutte le differenze spariscono, la persona sparisce, la presenza si allarga dappertutto e svanisce, lasciandomi come Non-nato senza saperlo. Provando un sentimento di obbligo, fede e speranza nelle parole del sat-guru “io-sono il Non-nato”, ricordandomelo costantemente, distruggo l’illusione e rimango nel Sé Non-nato.
- Guardo il film nel teatro dell’”io-sono” considerandolo distruttibile e non permanente, così lo trascendo nel Non-nato, liberandomi dallo strangolamento dell’irrealtà. Ricordando costantemente “io-sono Non-nato” mi purifico talmente dalla mia immagine, che tutto sparisce e il Non-nato resta senza saperlo, il quale mi fa uscire dal mondo mentale dei vantaggi e degli svantaggi: tutto quello che sapevo ridiventa ignoranza.
- Non posso sembrare trascendere l’attività, finché non ho realizzato che sono Non-nato, che esisto è un’illusione la cui natura è di dividere e far apparire l’unità come molteplici forme. L’”io-sono” che appare sul Non-nato è il seme dell’illusione, i miei genitori, la nascita e la morte fano parte dell’ignoranza di quel seme “io-sono”: dire che sono Non-nato è già inappropriato, appena lo pronuncio ho già corrotto la realtà, poiché non si può dargli nessun nome e nessuna forma.
- Nello stato di sonno profondo, prima della nascita o dopo la morte, non sono presente all’”io-sono”. CHI non è presente? Il Non-nato. Immagino di provare sensazioni di bene o di male, che faccio questo o quello, ma non faccio nulla, tutto è illusione. Tutte le pratiche o le austerità si rivelano allora delle ricreazioni della mente: la devozione al Non-nato è l’unica valida. È lo sfondo immutabile sul quale appaiono il mondo e il resto.
- La mente del Non-nato non ha memoria e agisce con pertinenza. L’apparente-nato ha memoria e dunque non agisce, ma reagisce. Tutte le ansie e le paure appartengono al modo ma non sono mie. Non ho bisogno di diventare un saggio, dal momento che sono Non-nato. Non c’è domani, non c’è spazio-tempo, né corpo, né intelletto, ma solo delle idee che spariranno come il concetto “io-sono”.
- Non sono ciò che osservo, rinnego totalmente queste cose, sono totalmente Non-nato. Quello che sembro pensare o fare, è per vivere la mia vita, ma terminato questo, posso ritornare al richiamo della verità “non sono mai nato”. Dal mio punto di vista Non-nato il mondo e l’universo non sono mai stati creati, nessun Pundit o insegnante spirituale potrà accettare ciò che non è inesprimibile a parole. Sono Non-nato e l’esistenza è immaginaria, come per l’immaginario-nato che sembra leggere la Gita del Non-nato: nulla mi è mai accaduto. Se dopo quanto è stato detto si cerca ancora un consiglio spirituale o un’istruzione, significa che non si è capito nulla. La Gita del Non-nato non ha inizio e non ha fine: l’inizio è la fine e la fine l’inizio