“Il nido della tigre”
(monastero tibetano buddista in Bhutan)
Robert Adams, le reazioni che sono la prova del mondo irreale
Saprai se credi ancora che il mondo sia reale, dal modo in cui reagisci ad esso in modo costante e consistente e come il mondo ti fa sentire. Questa sarà la prova se credi ancora che il mondo sia reale.
Se pensi al tuo corpo tutto il tempo, se rispondi al mondo tutto il tempo, allora dovrai fare le cose che appartengono al mondo.
Potrai verificare dal modo in cui reagisci alla vita, dal modo in cui il mondo ti fa sentire e dal modo in cui rispondi al tuo corpo. Eppure tutto questo è un sogno, ma sei ancora coinvolto nel sogno.
Ad esempio, vai a dormire e sogni che dei ladri entrano in casa tua e uccidono tutta la tua famiglia. Poi ti svegli. Quando sei ben sveglio, vai a cercare le persone che hanno ucciso i tuoi familiari? Era un sogno e ridi. Ma poi dimentichi che stai vivendo un altro sogno, che è questo mondo, che è il sogno mortale.
Alcuni hanno visto che alcuni saggi si arrabbiano. In realtà da un lato ogni vero sat-guru agisce a seconda del discepolo o devoto, per alcuni si arrabbia, perché ne ha bisogno (è come se facesse l’attore), per altri per una questione simile, è sereno. Essi hanno trasceso l’ego, il solo che si può davvero arrabbiare, prendendo per vera la questione. Ecco come dovresti vedere le cose: – Se ho tutte queste emozioni negative, giudico, critico gli altri, credo di aver ragione, in realtà ho torto.
– Mi arrabbio solo perché le cose non sono come voglio…IO! -Allora cominci ad indagare cos’è questo IO “Io sono in collera, Io sono deluso’’ ecc. e continui finché vai alla sorgente: il problema non è la depressione, l’angoscia o altro, ma il problema è solo il pronome IO che ce l’ha, non ti riguarda, ma allora da dove viene? Inseguendolo fino al centro del cuore, a chi succede il problema? Non ci sarebbe più nessuno, solo un’esperienza anonima e l’Io si dissolverebbe. Non si tratta di concentrarsi sul pensiero-io, ma solo inseguendolo, in tal modo si arriva ad uno spazio (come tra due pensieri) che si allarga sempre più. Si arriva ad uno stato di felicità pura, mai sentita che ha il sapore dell’infinito e senza parole si saprà: -Non sono mai nato e non morirò mai. –
Prima ti identificavi col mondo materiale, ma ora non sei diventato un altro, ma hai ritrovato il tuo vero stato naturale, una pace mai sentita e un senso d’immortalità, qualunque cosa tu faccia, sia in un’attività sia nel sonno.
-Chi è nato e chi muore? – la risposta è: -Nessuno. – Non vi è nessuna causa per l’esistenza, perché non è reale. Sei consapevole che il mondo non esiste e tutto quello che fai, dal lavoro alle attività quotidiane in genere, è solo un sogno! Ecco tutto. Lo sai in modo istantaneo e continuo e nessuno potrà affermarti il contrario. Quando sogni la notte, il sogno appare assolutamente reale, poi ti svegli e appare un altro sogno che credi reale. Nulla ti può danneggiare veramente, dal momento che lo vedi come un’illusione ottica. Smetti di reagire, perché se ancora lo fai significa che sei ancora identificato col mondo di sogno. non devi smettere di reagire in fondo. ma qualcosa in te che non ti permette più di farlo. Ti sei separato dal mondo relativo e irreale. Molti ignari si chiederanno se non si diventa degli idioti balbuzienti! Noti poi che tutto cambia in continuazione, cominciando dal tuo corpo, dagli animali, dai vegetali ecc. non si sa da dove vengono, che scopo hanno, perché preoccuparsi allora o odiare o altro? Non potrai più né condannare, né odiare, né voler cambiare nulla. Smetti di occuparti delle persone o dell’andamento delle cose o di agitarti. Lasci tutto questo e lavori su te stesso: quali sono i pensieri ricorrenti, le emozioni della giornata e invece di identificarti con quelli, chiediti: ”A chi succede tutto questo?” non fa differenza quanto tempo sia necessario, lo spazio-tempo è irreale anche quello. abbiamo imparato che tutto quello che fai ad altri ti torna indietro e…lo fai a te stesso. Se hai odio per qualcuno odi te stesso, se hai un grosso problema in un luogo e traslochi in un altro per evitarlo, troverai la medesima situazione. Potrai trovar poi mille ragioni, i samskaras, l’educazione, i traumi subiti, ma in realtà è perché sei identificato ad un corpo, a una persona ad un IO.
Finché puoi descriverlo non lo è. È un mistero, oltre al descrivibile. Il finito mai comprenderà l’’infinto. Finché puoi descriverlo, parlarne non lo è.
Ricordatelo sempre.
La vera risposta giusta è il … silenzio. Sei spazio: ora appari come immagine sovrapposta allo spazio, perché ti identifichi con un’immagine? Prima di essere coscienti non eravamo nemmeno lo spazio né l’immagine. Se parlo di spazio è perché possiamo parlarne. Hai un ‘’concetto’’ di spazio e finché ne hai un concetto non è quello.
Il solo modo di trovarlo è quello di non dire nulla.